Mentre al Senato impazza la discussione (e volano i libri) sul Jobs Act, la Presidente della Camera Laura Boldrini trova il tempo di mettersi al computer ed esprimere apprezzamento, tramite il proprio profilo Facebook, alla Presidente dell'Assemblea Nazionale francese, Sandrine Mazetier, per un motivo che farà discutere.
Lunedì sera il numero uno della camera bassa transalpina ha infatti sanzionato con una multa di 1378 euro un deputato che si ostinava a chiamarla "il presidente" invece di "la presidente", come imporrebbero i dettami del politically correct. "La misura disciplinare è stata possibile perché il 'rispetto di genere' è citato e tutelato nel regolamento dell’Assemblea nazionale francese", scrive la Boldrini.
"Lo metto in evidenza perché da noi l’uso scorretto del linguaggio, quello che declina solo al maschile alcuni ruoli di responsabilità rivestiti da donne, - prosegue il presidente della Camera - è questione liquidata generalmente come una perdita di tempo, un’impuntatura tardo-femminista, talvolta da deridere."
Il messaggio si conclude poi con un richiamo all'Accademia della Crusca al rispetto del genere di appartenenza nella denominazione delle professioni. "La Francia ci conferma, se ce ne fosse bisogno, che il tema è serio, e che il rispetto di noi donne passa anche attraverso le parole giuste", conclude piccata la Boldrini.
Tra i "fan" della terza carica dello Stato, però, non molti sembrano essere d'accordo con il Presidente della Camera: nei commenti fioccano i "vai a lavorare" e le domande retoriche di chi si chiede se siano questi i veri problemi del Paese.
C'è da dire, tuttavia, che la Boldrini si è sempre
mostrata molto determinata nel portare avanti le battaglie per l'uguaglianza di genere, sostanziale, formale o grammaticale che fosse: arriverà presto una multa per gli "indisciplinati" anche nei regolamenti di Montecitorio?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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