Parisi, altre scintille su Salvini "Basta alleanze con lo scotch"

Il manager: "Contano i programmi, non le coalizioni". Il leader del Carroccio: "Con i moderati non si vince"

Parisi, altre scintille su Salvini "Basta alleanze con lo scotch"

Roma - Due personaggi in cerca di leadership. Dopo l'affondo di Silvio Berlusconi (che ha detto «L'unico leader che vedo al momento è Matteo Renzi») Stefano Parisi e Matteo Salvini non arretrano anzi rilanciano. Manca soltanto una manciata di giorni al referendum. La congiuntura ideale per approfittare di un indebolimento del premier in caso di vittoria del No è a portata di mano ed ora ognuno gioca la sua partita con le armi che ha a disposizione. Moderato e rassicurante Parisi, aggressivo e provocatorio Salvini e comunque sempre l'un contro l'altro armati. Di buon mattino è Parisi ad attaccare per primo il leader del Caroccio. «Io e Salvini abbiamo due idee d'Europa - dice Parisi -. Io penso che la Ue debba garantire più sicurezza soprattutto ora che gli Usa si sono ritirati dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. La differenza tra noi e Salvini è che lui dice fuori dall'Europa e noi no».

Dunque no «alle coalizioni messe insieme con lo scotch solo per vincere le elezioni». Un errore che ha fatto anche Renzi e che ora sta pagando, aggiunge Parisi. L'ex candidato sindaco non incassa in silenzio la battuta di Berlusconi e pur riconoscendo che Renzi è un leader aggiunge che «non è l'unico». Parisi ricorda che «Forza Italia e il Pdl hanno perso 10 milioni di voti in questi 6 o 7 anni». E dunque si presenta come l'unico argine moderato l'unica chance davanti al dilagare dei grillini.

«Se Renzi entra in crisi, cosa non impossibile in vista del referendum, abbiamo Grillo come alternativa - avverte Parisi -. E la cosa mi preoccupa». Parisi dunque andrà avanti con il suo progetto con o senza l'appoggio di Berlusconi. «Mi sono assunto la responsabilità di costruire una alternativa seria al centrosinistra e avere un governo liberale e popolare perché occorre recuperare la fiducia degli elettori». E la Lega? «Il problema non è fare l'accordo con Salvini, le coalizioni non importano alla gente», taglia corto Parisi che chiude la serata con una diretta su Facebook dalla quale lancia un'ultima stoccata a Salvini. «La Lega continua ad accusarmi di voler fare accordi con Verdini, Casini, Alfano e anche Fini - insiste Parisi -. Ma queste persone non faranno mai parte del mio progetto politico. È un'accusa che mi viene lanciata per non confrontarsi nel merito. Basta con le delegittimazioni: le operazioni di Palazzo non mi interessano».

Ma per il leader del Carroccio «coi moderati non si va da nessuna parte». Salvini invita di nuovo a guardare al trionfo elettorale di Trump in Usa. «É il momento del coraggio, delle scelte, di osare, proprio come ha dimostrato la vittoria di Trump - dice Salvini -. Non vedo l'ora che arrivi il 4 dicembre per mandare in soffitta una brutta riforma poi sceglieranno i cittadini, ma io sono pronto a sfidare Renzi anche domani». E su questo punto Salvini è chiaro: per candidarsi a leader del centrodestra non ha bisogno dell'endorsement di Berlusconi. «Il leader non verrà scelto ad Arcore e neppure a via Bellerio, - minaccia Salvini -. Sarà votato dal popolo, è il popolo ad avere l'ultima parola.

Fino al 4 dicembre sarò concentrato sul referendum, ma già dal giorno dopo, ovvero dopo che avrà vinto il No, cominceremo a costruire un futuro di governo. Girerò l'Italia per capire che cosa vogliono gli italiani. È la gente che mi chiede di rompere con il passato. Non vedo l'ora che si voti, così dal 5 dicembre ci si occuperà di vita reale».

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