Parnasi: "Il governo? Lo sto facendo io". La lista dei ministri discussa il 9 marzo

In un pranzo Lanzalone intercettato mentre dice: "Entrano Bonafede, Spadafora, Fraccaro". Omissis sulla cena con Giorgetti. Indagato Malagò

Parnasi: "Il governo? Lo sto facendo io". La lista dei ministri discussa il 9 marzo

Roma - Relazioni pericolose, chiacchiere di ogni genere, dagli affari alla politica. Pure quella «nuova», leghista e a Cinque Stelle, che ha prodotto il governo gialloverde e che, dal polverone delle intercettazioni, viene fuori un po' meno «geneticamente diversa» di quanto i grillini amano raccontare. Ma pentastellati e leghisti sono al centro anche delle chiacchiere dei protagonisti dell'inchiesta, da Parnasi al «consulente di fatto» Lanzalone. Con ipotesi e indiscrezioni, a margine dei progetti dell'imprenditore che lavora allo stadio giallorosso.

Parnasi onnipotente: «Il governo lo faccio io»

Il 15 marzo Parnasi chiarisce l'importanza dei suoi legami con la politica parlando con il sodale Gianluca Talone, al quale raccomanda di essere «precisissimo» nei pagamenti alla politica, riferendosi a pagamenti da effettuare a favore della Lega e della fondazione Eyu del tesoriere del PD Bonifazi. Di fronte alle perplessità di Talone, Parnasi taglia corto: «Il governo lo sto a fare io, eh! non so se ti è chiara questa situazione».

Lanzalone, Parnasi e il toto-governo

E appena cinque giorni dopo le elezioni, il 9 marzo, Luca Parnasi parla proprio di governo con il consulente di fatto della Raggi sullo stadio, Luca Lanzalone. L'uomo al quale, in altra occasione, Parnasi chiede se è interessato alla Cassa depositi e prestiti, ottenendone una risposta interlocutoria. Tornando al pranzo, invece, i due vengono intercettati mentre parlano di politica. Parnasi critica Renzi, e chiede a Lanzalone di presentargli Luigi Di Maio. Lanzalone taglia corto sull'ipotesi che Renzi voglia farsi un suo partito: «Così è morto, non c'è lo spazio per fare una mossa del genere», spiega. E poi, con larghissimo anticipo su quello che accadrà azzarda le sue previsioni su un possibile esecutivo a Cinque Stelle. E, annotano i carabinieri, «dice che sicuramente entreranno in un Governo Spadafora, Fioramonti, Fraccaro, Bonafede e forse Laura Castelli». Dopo 83 giorni la sua previsione va in porto: su cinque nomi, due sono diventati ministri, tre sottosegretari. Quello che invece Lanzalone non prevede ancora, il 9 marzo, è l'alleato di governo. L'avvocato genovese auspicava quello che la base grillina temeva di più. L'inciucio: «il Governo ideale sarebbe un governo di larghe intese con Lega, Fi, 5 Stelle e Pd per poter fare le riforme».

Quel legame con Malagò che si ritrova indagato

Nella rete di relazioni del costruttore Luca Parnasi ci finisce anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, che si ritrova anche intercettato e indagato - almeno fino a un mese fa - nell'inchiesta sullo stadio della Roma. Sotto la lente degli inquirenti finisce un incontro al Circolo Canottieri Aniene lo scorso 11 marzo, nel corso del quale «emerge come Malagò abbia presentato il compagno della figlia con il preciso scopo di metterlo in relazione con Parnasi e creare con quest'ultimo un'occasione professionale».

Il commento su Di Maio? «Un nulla, ma sa mediare»

Ma a parte la presunta «utilità», e la nota posizione favorevole allo stadio del presidente del Coni, la conversazione tra i due si incentra sulla politica. Quando arriva Malagò, lui e Parnasi, annotano gli inquirenti, «Commentano la cosa di Grillo (ovvero il via libera alle olimpiadi Torino 2026 ndt)». E Malagò racconta anche di essere stato a cena con Luca Cordero Di Montezemolo «che vorrebbe fare dichiarazioni contro i 5 Stelle (per le Olimpiadi di Roma)» e che lo stesso numero uno del Coni «ha cercato di bloccare». I grillini sono al centro della chiacchiera. Parnasi e Malagò concordano, scrivono i carabinieri, che i 5 Stelle «dovranno per forza ammorbidirsi se vanno al governo, per questo hanno scelto Di Maio che è un nulla, ma sa mediare».

Parnasi al presidente Coni: «Trovami uno nostro»

Altro tema al centro della conversazione tra Parnasi e Malagò è l'individuazione di «una persona nostra», deputata a fare non è ben chiaro cosa. È il costruttore a chiedere al presidente del Coni «di trovargli quella persona, una persona nostra». «Trova la persona, no? trova la persona che metta insieme», spiega Parnasi. «Ah, ma certo», replica Malagò. E Parnasi insiste: «Pensa tu a una persona nostra! Io ho un'idea! Bisogna trovare un...». Malagò interviene: «Deve essere uno molto molto molto». E Parnasi butta lì: «Ho in testa... bisogna trovare uno legato al mondo militare!».

L'incontro a cena tra Giorgetti e Lanzalone

Proprio Parnasi è il tramite di un curioso incontro, un'anteprima atipica della confluenza di interessi tra leghisti e grillini. Il costruttore, il 12 marzo, pochi giorni dopo il voto, organizza infatti una cena «riservata» a casa propria, per far incontrare l'uomo vicino ai grillini, Luca Lanzalone, e il pontiere leghista Giancarlo Giorgetti, poi divenuto sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Conte. L'incontro viene organizzato durante il pranzo del 9 marzo tra Lanzalone e il costruttore, e che sia «riservato» emerge «dal tono della conversazione», come annotano gli inquirenti, ma anche dal fatto che la notizia, nell'informativa, sia seguita da ben 7 pagine di omissis. Di certo, secondo i carabinieri, l'incontro a cena era «dedicato alla trattazione di argomenti di carattere politico».

Alla Lega «100 e 100» «e soldi pure ai 5 Stelle»

Parnasi, parlando con il sodale Talone, snocciola i pagamenti da fare a politici e società.

Elenca nomi e partiti di ogni colore, anche il Carroccio («Lega c'abbiamo cento e cento», spiega, aggiungendo di voler effettuare i pagamenti «tramite due società nostre» e non come persona fisica), poi sbotta dopo aver finito di elencare tutti i pagherò: «Domani - prosegue Parnasi - c'ho un altro meeting dei Cinque Stelle... perché anche ai 5 Stelle gliel'ho dovuti dare eh...».

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