«Dove era Dio?», si è chiesto ieri il vescovo davanti alle bare allineate e allo strazio dei parenti superstiti. Nelle grandi tragedie i funerali non sono solo conforto collettivo e riproposta del mistero della fede. Sono anche lo spartiacque tra il momento del dolore, che è silenzio e rispetto, e quello della ripartenza. Esattamente come accade in una famiglia numerosa quando manca un congiunto, unita e contrita in chiesa davanti alla bara, il giorno successivo in ordine sparso e con avvocati al seguito davanti al notaio per la spartizione dell'eredità. Che in questo caso è davvero tanta roba. I morti di Amatrice e Accumoli ci lasciano un patrimonio enorme di responsabilità che se non siamo degli incoscienti avidi dobbiamo spartirci equamente.
Lo abbiamo scritto e ci crediamo: quando la terra si squarcia in quel modo sotto i tuoi piedi c'è poco da fare. Non tutto è colpa, dolo, malaffare in un Paese urbanizzato nei secoli e ad alto rischio sismico. Le ricette del «rischio zero» sono teorie economicamente e materialmente incompatibili con la realtà. Ma questo non vuole dire arrendersi all'ineluttabile, non perseguire i colpevoli delle malefatte. Vuole dire che se il dolore stampato ieri sulla faccia di Mattarella e di Renzi non è maschera di circostanza, da domani si deve cambiare.
Chi vuole aumentare la sua sicurezza ristrutturando casa deve poterlo fare in pratica e non solo in teoria. Un Paese che spende un miliardo e mezzo all'anno per assistere gli immigrati non può lasciare senza finanziamento leggi di protezione civile per i suoi cittadini che già esistono. Un sistema bancario in eccesso di liquidità (sembra un paradosso ma è così) non può non agevolare finanziamenti salvavita garantiti, per esempio, dallo Stato stesso. Chi spende i suoi soldi in sicurezza deve avere agevolazioni fiscali importanti e immediate. Chi vuole assicurare i suoi beni dalle calamità deve poterlo fare a condizioni eque.
Misure del genere, se le lacrime di oggi non sono ipocrite, vanno varate subito.
E per farlo ci vuole il concorso di tutte le forze politiche perché sicurezza e dolore non hanno colore. Ci vuole un patto dell'Amatricia(na), che la gente capirebbe molto più di quello del Nazareno. Ci vogliono statisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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