Pd, Antonio Pennacchi su Renzi: "Vada in analisi, gli manca il senso di realtà"

Lo scrittore, ai microfoni di "Un giorno da pecora", ha parlato dell'ex presidente del Consiglio e delle primarie del Pd: "Non voterò, non ho più rinnovato la tessera. Mi hanno stufato. D'Alema è l'unico cervello lucido rimasto"

Pd, Antonio Pennacchi su Renzi: "Vada in analisi, gli manca il senso di realtà"

Il consiglio è quello di andare in analisi. E a dare questo suggerimento a Matteo Renzi, o meglio alla moglie, è Alessandro Pennacchi. Che, ai microfoni di "Un giorno da pecora", il programma in onda su Rai Radio 1, ha voluto commentare l'attuale situazione politica.

E parlando dell'ex presidente del Consiglio ha detto: "Renzi? Non comanda più nemmeno a casa sua. Do un consiglio a sua moglie: signora, lo mandi in analisi, perché a suo marito manca il principio di realtà. Continu a dire che è colpa del 'fuoco amico', ma è lui stesso il 'fuoco amico'. Ha sparato su se stesso e sul partito".

Ma l'autore ha voluto parlare soprattutto del Partito democratico e delle primarie. A cui non parteciperà: "Non voterò, non ho più rinnovato la tessera, mi hanno stufato". A chi gli ha chiesto se avesse un candidato preferito tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti ha risposto "Il Pd? Pore bestie...". Pennacchi ha poi fatto riferimento anche a Massimo D'Alema, che lui ha definito "l'unico cervello lucido che è rimasto".

E ha aggiunto: "Forse Marco Minniti, oltre a D'Alema, sarebbe andato bene, ma era troppo legato a Renzi". E su Carlo Calenda ha risposto: "Molto simpatico, è bravo a fare il manager, il suo mestiere, ma è un lavoro da liberaler. La parola uguaglianza forse la consoce poco".

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