Il Pd chiede più immigrati ma colleziona fischi e insulti

In 50mila al corteo per l'accoglienza. I dem vanno a caccia di consensi, dalla folla arriva la contestazione

Il Pd chiede più immigrati ma colleziona fischi e insulti

Il Pd era in piazza per manifestare un'idea astratta di accoglienza. L'altra metà del corteo, per contestare il Pd. È stato dunque un pasticciato festival di buone intenzioni e autentici rancori la marcia che ieri ha attraversato Milano con circa 50mila persone (stime realistiche nonostante le cifre sparate dagli organizzatori). A guidarla il sindaco di Milano Beppe Sala, l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino, il presidente del Senato Pietro Grasso e 80 sindaci. Mille le sigle aderenti. Partiti, sindacati, organizzazioni, tutto l'universo mondo di Acli, Arci, Anpi. Una miriade di associazioni e comitati locali, il notevole indotto delle coop sociali, del volontariato e del no profit, i soliti noti della sinistra pacifista, terzomondista, «antirazzista» e arcobaleno. Tanti slogan, molta confusione. C'erano le donne velate dell'islam oscurantista e le ultralibertarie «Sentinelle di Milano», i radicali e le insegne dei gruppi cristiano-evangelici. Pochi metri di distanza, idealmente, separavano i curdi e qualche estimatore del rais turco Recep Tayyp Erdogan. A ingrossare le fila del corteo, infatti, c'erano tante sigle dei centri islamici di Milano e del Nord Italia, oltre alle associazioni delle comunità straniere, con costumi folkloristici e musiche tipiche.

A rovinare la giornata ci ha pensato l'area antagonista. Non solo i centri sociali che hanno apertamente contestato il sindaco Sala e i suoi assessori. Un intero spezzone si è unito al corteo col preciso intento di mettere in atto una contestazione premeditata e organizzata contro il Pd e il suo governo. Striscioni contro i democratici, definiti la «peggiore destra», palloncini con su scritto «più diritti meno Minniti», urla «vergogna» e «Minniti razzista». Nel mirino degli arrabbiati, soprattutto i decreti firmati dai ministri dell'Interno, Marco Minniti, e della Giustizia, Andrea Orlando, che provano a introdurre risposte all'emergenza sicurezza che si patisce soprattutto in periferia.

Migranti e sicurezza. Tutto gira intorno a questi due poli, soprattutto a Milano, dove 20 giorni fa la questura ha ordinato una retata in stazione Centrale, la stessa dove l'altra sera un ventenne italo-tunisino ha accoltellato due militari e un agente di polizia, tanto che il centrodestra ha chiesto al sindaco di cancellare la manifestazione. «Sono convinto che se avessero chiesto ai militari feriti se era giusto fare la manifestazione di oggi avrebbero detto di sì» ha risposto Sala parlando dal palco. Ma anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ieri ha bocciato l'evento: «Credo che questa iniziativa abbia un po' delegittimato le forze dell'ordine, che hanno fatto quell'operazione» ha detto.

Immigrazione e sicurezza. Esattamente dieci anni fa, a un anno dalla sua elezione, il sindaco Letizia Moratti portò in piazza 50mila fiaccole per la sicurezza. Beppe Sala, a 11 mesi dal suo ingresso a Palazzo Marino, ha guidato una marcia per l'accoglienza. Senza muri la parola d'ordine. Ma in piazza è stato tutto un alzare muri. Qualcuno, nella minoranza Pd, si era inventato questo evento ideologico-buonista per far vedere che è ancora di sinistra. Altri, Pier Luigi Bersani, Massimo D'Alema, gli altri scissionisti, la Sinistra italiana e via frazionando, hanno partecipato per dimostrare che sono ancora più buoni e più a sinistra. Tanti hanno chiesto un'apertura ulteriore all'immigrazione e nuove regole sulla cittadinanza. Centri sociali, autonomi e massimalisti infine, sono scesi in piazza per contestare e protestare. Fosse per loro, a giudicare da parole, slogan e ritornelli, sarebbe urgente una nuova sanatoria. Ad andare in confusione dunque è stato proprio il Pd coi suoi amministratori locali, impegnati fino a ieri a spiegare a tutti che «accoglienza e sicurezza si danno la mano» come ha detto ieri con buona dose di retorica il vicesegretario Maurizio Martina.

«Grazie Milano, sicura e accogliente» ha scritto anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. I contestatori dei centri sociali intanto gongolavano per aver «trasformato la manifestazione in un grande corteo contro la legge Minniti-Orlando».

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