Pd e M5s sono già nel pantano. I dem: "Di Maio vuole il Viminale"

Quattro ore di confronto non bastano a mettere insieme Pd e 5S. E i grillini smascherano l'obiettivo dem: "Hanno parlato solo di ministeri, non di contenuti"

Pd e M5s sono già nel pantano. I dem: "Di Maio vuole il Viminale"

Conte sì, anzi no. Non è stato ancora formato, ma il sedicente governo giallorosso rischia di "cadere" prima ancora di salire al Colle. Un problema di contenuti dato dal fatto che i 5 Stelle debbano passare da un'impostazione di destra a una di sinistra? Forse. Ma si litiga soprattutto per le poltrone. E salta l'incontro risolutivo previsto per questa mattina.

"Il Pd oggi non ci ha mai parlato di programmi o di manovra, bensì solo di ministeri", lamentano i grillini dopo quattro ore di vertice smascherando la vera volontà del Partito democratico: rimettere piede negli uffici che contano per tornare a guidare l'Italia senza nemmeno passare dalle elezioni. E Di Maio avrebbe aggiunto: "Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi. Sono stanco dei giochini".

Ma a spaccare i partiti sembra proprio il nome di Luigi Di Maio. I dem, confermando le indiscrezioni di ieri sera, svelano che il leader grillino vuole per sé la poltrona del Viminale ora in mano a Matteo Salvini, mantenendo tra l'altro la carica di vicepremier. "Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di ultimatum", denunciano dal Nazareno parlando di "ambizione personale" del capo politico pentastellato. "Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5s. Prima per noi vengono i temi", ribattono i 5S.

Resta il fatto che le quattro ore di incontro non sono bastate a trovare una quadra. Ieri sera in quattro si sono visti a Palazzo Chigi: da un lato ci sono Nicola Zingaretti e Andrea Orlando, dall'altro Luigi Di Maio e Giuseppe Conte (assurto ora a esponente di peso del movimento e non più figura super partes). Ma la strada è "in salita". "Siamo al lavoro ma c'è ancora molto da fare su contenuti e programma", fanno filtrare fonti dem. Spacca ancora il nome del premier (il Pd ha ancora riserve sull'ipotesi Conte bis), ma anche la diversa visione della manovra economica.

E i toni sono tutt'altro che quelli che ci si aspetta tra possibili futuri alleati. "La pazienza ha un limite", dicono dal Movimento 5 Stelle, "Dopo 4 ore di incontro il Pd non ha ancora chiarito la sua posizione su Conte. È un momento delicato e chiediamo responsabilità. L'Italia non può aspettare. Servono certezze".

E così la trattativa si impantana di nuovo. È stato annullato - "da Palazzo Chigi", specificano i dem - un nuovo incontro per trovare una quadra. Dopo l'ultimatum di Sergio Mattarella - a cui avevano risposto con un vertice lampo nel tardo pomeriggio di ieri - i tempi stringono. Alle 16 il Capo dello Stato riaprirà la loggia della Vetrata al Quirinale per nuove consultazioni. Ma oggi incontrerà solo i presidenti delle Camere e i gruppi minori, oltre a sentire al telefono Giorgio Napolitano.

Pd e 5S hanno tempo fino a domani pomeriggio per raggiungere un accordo. Ma su questo il Presidente della Repubblica è stato chiaro: non avallerà un governo che non abbia basi solide. O dem e grillini si presenteranno con un piano valido o si tornerà presto a nuove elezioni.

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