Il Pd prepara la legge per negare la piazza all'estrema destra

La deputata Scuvera vuole un testo con le liste di proscrizione: basta manifestazioni fasciste

Un banchetto di Casapound a Pavia
Un banchetto di Casapound a Pavia

Una «lista di proscrizione» per mettere al bando i movimenti di destra. Il Pd, per voce della deputata Chiara Scuvera, sta per mettere in cantiere una proposta di legge che definire bizzarra è un eufemismo. Il Pd vorrebbe creare un elenco di sigle cui negare d'imperio il diritto di parola e di manifestare. Ovviamente tutti di destra.

Facciamo un passo indietro. Sabato sera a Pavia l'Anpi, l'Arci, la Rete Antifascista e gli antagonisti hanno organizzato un sit-in non autorizzato per impedire a CasaPound e Forza Nuova di commemorare Emanuele Zilli, un militante pavese del Movimento Sociale Italiano morto nel 1973 in un incidente stradale dai contorni poco chiari. Nei giorni scorsi gli antifascisti avevano chiesto alle autorità di «vietare l'uso di spazi pubblici» a chi si richiama «con orgoglio alla mai sopita origine squadrista». Fatto sta che il questore, legge alla mano, non poteva negare il legittimo diritto di scendere in piazza liberamente. Così l'Anpi e le altre sigle si sono messe in proprio, realizzando un presidio non autorizzato nello stesso luogo in cui si sarebbe concluso il corteo delle destre.

Al sit-in era presente anche la deputata del Pd, Chiara Scuvera, che da giorni cerca di spiegare alle autorità competenti come sia «assurdo» permettere «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista». Alla fine l'onorevole ha però dovuto prendere atto che la questura non poteva non autorizzare il raduno di CasaPound e Forza Nuova. E così mentre antagonisti e polizia se le davano di santa ragione, la Scuvera ci ha spiegato che a breve presenterà una legge per «coprire un vuoto normativo».

Il vuoto di cui parla è presto detto: poiché secondo le leggi vigenti il questore non può mettere un argine ai partiti di destra, allora occorre una nuova norma che determini «linee guida» per renderli illegali e «permettere alla polizia di impedire queste manifestazioni». L'idea è semplice: stendere una «lista dettagliata» delle sigle cui negare la libertà d'espressione. Per farlo la deputata immagina una «commissione di storici e persone istruite sul tema» che decida quali movimenti inserire nell'elenco, studiandone la storia, i principi e le simbologie. Particolare attenzione andrà messa nel controllare «se sono soliti fare saluti romani». L'onorevole Pd non sa ancora bene come realizzare il progetto, visto che per il momento si tratta dei primi vagiti di una nascitura proposta di legge. Ed è inutile ricordarle che in democrazia tutti hanno il diritto di esprimersi nel rispetto della legalità. Nel 2013 la Scuvera, insieme a Emanuele Fiano (Pd) e Franco Bordo (Sel), aveva già presentato una proposta in Parlamento per bandire dalle liste elettorali quei partiti che «implicitamente richiamano precetti e ideologie» del fascismo. Ed ora vuole fare lo stesso per i raduni in piazza.

A quanto pare per il momento non intende mettere al bando Fratelli d'Italia perché «non si richiama direttamente all'esperienza del fascismo». La fiamma del Msi che arde nel simbolo della formazione guidata da Giorgia Meloni sarebbe quindi salva. Fa sorridere il pensiero che la deputata abbia presentato la sua proposta mentre l'Anpi, Rifondazione Comunista, Pd, Sel, Arci, Udu e Arcigay erano in piazza a Pavia senza permesso. E soprattutto mentre a Firenze e Roma antagonisti e centri sociali mettevano a ferro e fuoco interi quartieri.

Non è una novità, certo, visto che ogni qual volta realizzano un corteo lo scontro con le forze dell'ordine è assicurato. Per loro, però, il Pd non ha in mente nessuna «lista di proscrizione». Quelle servono solo per i movimenti di destra.

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