Che quella di Renzi fosse una manovra elettorale lo avevano capito tutti già ieri sera guardando le slide del premier su Facebook. Promesse, mance e carezze a tutti i settori. A tutti il premier vuole dare un motivo per votare Sì il prossimo 4 dicembre al referendum. Ma è innegabile come la manovra si stata studiata non per la crescita , ma solo per portare una manciata di Sì in più alle urne. il centrodestra con Brunetta prima e con Salvini poi ha ampiamente smontato la legge di bilancio presentata dal governo e che adesso attende una risposta da Bruxelles. Ma le voci critiche adesso arrivano anche dal Pd, che tra correnti e correntine, ricordiamo è pur sempre il partito di maggioranza e del premier. A guidare il fronte critico contro la manovra del premier è Massimo D'Alema.
La manovra "prevede molte distribuzioni di bonus, in qualche caso giuste, positive, come ai pensionati. Si dà qualcosina ai pensionati e tantissimo agli industriali. Ma del resto Confindustria si era gia schierata per il Sì e quindi è pure giusto che avesse i suoi ritorni... E' una finanziaria abbastanza elettorale", afferma l'ex premier in un'intervista a In Mezz'Ora di Lucia Annunziata. Poi "Baffino" ribadisce il suo "No" al referendum: "Io non metto insieme nessuno penso che, come naturale, il 'no' sia traversale. Ce ne saranno tanti anche con diverse motivazioni. Mi sembra più grave che si governi con chi ti è sempre stato contrario e muove da principi diversi dai tuoi". E a pungere Renzi sulla manovra è stato anche Pierluigi Bersani che sulla chiusura di Equitalia afferma: "Il problema non è se e come si rottama Equitalia. Il problema è se si rottamano equità e fedeltà fiscali. Guarderò a quelle norme - aggiunge l'ex segretario Pd - con grande attenzione". Infine critiche arrivano anche da Sinistra Italia: "Nella Legge di Bilancio presentata dal presidente del Consiglio Renzi ci sono miliardi per tutti. Ottimo! Quest'anno Babbo Natale è arrivato in anticipo", ha affermato Stefano Fassina. "Nessun taglio al welfare, nessun aumento di tasse. Assenti i 16 miliardi di coperture necessarie per il 2017 per raggiungere il 2% di deficit programmatico.
Vuol dire che dovremo ridefinire il Def, dato che il deficit così supera largamente il 3% del Pil. Finalmente un po' di ossigeno all'economia anche se continuano a esserci briciole per gli investimenti pubblici, l'unica variabile decisiva per la ripresa economica e l'occupazione di qualità", sottolinea Fassina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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