«Prevenire e contastare gli abusi sessuali contro minori e persone vulnerabili». È l'obiettivo di tre documenti firmati da papa Francesco per arginare la pedoflia nella Curia romana, e all'interno della Santa Sede: si tratta di una lettera apostolica sotto forma di «motu proprio», di una legge e delle nuove linee guida.
La lettera apostolica del Pontefice, dopo aver ricordato il dovere della Chiesa «di accogliere con generosità i minori e le persone vulnerabili e di creare per loro un ambiente sicuro, avendo riguardo in modo prioritario ai loro interessi», stabilisce che per questo tipo di reato abbiano giurisdizione penale i competenti organi giudiziari vaticani.
Nella legge n. CCXCVII (297), che equipara al minore ogni persona vulnerabile, stabilisce che questi reati siano perseguibili d'ufficio, che il termine di prescrizione sia di vent'anni «e decorre, in caso di offesa a un minore, dal compimento del suo diciottesimo anno di età» e che la persona offesa abbia tra l'altro diritto «alla tutela della propria immagine e sfera privata, nonché nella riservatezza dei dati personali» e all'adozione di «misure idonee ad evitare un contatto diretto con l'imputato».
Per ogni abuso, Curia e Città del Vaticano avranno il dovere di segnalarlo alle autorità competenti, cooperando con esse. La denuncia andrà presentata al promotore di giustizia presso il tribunale della Santa Sede. Verranno inoltre intensificati i controlli per evitare di reclutare persone che potrebbero commettere abusi.
Si ribadisce naturalmente la presunzione di innocenza, ma anche la possibilità di misure cautelari.La legge entrerà in vigore dal prossimo 1° giugno e costituisce una sorta di «testo unico», visto che prima in questi casi si applicavano diverse norme, talvolta create ad hoc.
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