È stata una giornata complessa per Marine Le Pen. La magistratura parigina, a meno di dieci giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali, ha chiesto al Parlamento europeo di revocarle l'immunità per poterla processare. L'accusa è quella di cui si parla da tempo, i presunti impieghi fittizi dei suoi assistenti parlamentari. Un colpo duro, perché se la richiesta dovesse essere accolta la leader della destra nazionalista francese non potrebbe più, come ha fatto finora, rifiutarsi di rispondere ai giudici.
Come fanno abitualmente i politici esperti in simili frangenti, la Le Pen ha deciso di distogliere l'attenzione dei media dai suoi guai, orientandola verso qualcosa di «forte». Così, in un'intervista concessa al giornale cattolico La Croix, ha attaccato con decisione il Papa e la Chiesa per la politica sull'immigrazione. «Sono estremamente credente - ha dichiarato «Bleu Marine» - ma anche arrabbiata con la Chiesa che s'immischia in tutto tranne che in ciò che la riguarda. Lasciamo a Dio quel che è di Dio, e a Cesare quello che è di Cesare» ha affermato la candidata dell'estrema destra all'Eliseo citando i Vangeli.
«Ho la fortuna di non aver mai dubitato - ha aggiunto la Le Pen parlando della propria fede - ma è vero, sono anche arrabbiata: le religioni non dovrebbero dire ai francesi per chi votare». Poi è passata al Papa e alle sue scelte sull'immigrazione, un cavallo di battaglia del suo partito: «Che lui faccia appello alla carità, all'accoglienza dell'altro, dello straniero, non mi sciocca, ma che voglia degli Stati che vadano contro l'interesse dei popoli non ponendo condizioni all'accoglienza di un'immigrazione importante riguarda la politica e può costituire interferenza, perché lui è anche il capo di uno Stato».
Tutto ciò detto, Marine Le Pen ha assicurato che, quando venisse eletta presidente, inviterà volentieri in Francia papa Bergoglio: «Ma gli dirò che la carità può essere solo una scelta individuale».
Nell'intervista, la Le Pen ha sottolineato uno dei capisaldi della sua linea politica che viene più spesso dimenticato: la difesa della laicità. Partendo dalla polemica sull'uso del velo islamico in Francia, ha ribadito di voler proibire l'uso di tutti i simboli religiosi in pubblico e accusato i musulmani radicali di voler usare questo simbolo «per esercitare pressioni sulla nostra società» e arrivare a «una rottura profonda della nostra idea di laicità e della nostra concezione della donna». La Croix le ha obiettato che vietare i simboli religiosi è un gesto impopolare, ma lei è stata netta: «Se lo Stato decide, i culti si sottometteranno: la laicità è l'idea per cui se incontri qualcuno per strada non sai a quale religione appartiene».
Ma non è solo l'iniziativa dei magistrati a mettere ansia a Marine Le Pen. Forse lo fanno anche di più gli ultimi sondaggi, che la vedono sì ancora in testa appaiata al centrista Emmanuel Macron, ma in continuo calo di consensi dichiarati: oggi è al 22 per cento.
Sale invece costantemente, confermandosi contro le previsioni in grado di coagulare su di sé le simpatie del frustratissimo elettorato di sinistra, il candidato marxista-populista Luc Melenchon, ormai al 20 per cento, e resiste al 19 per cento anche il gollista François Fillon. Quattro concorrenti virtualmente alla pari: il 23 aprile sarà un pugno di voti a decidere il futuro della Francia e dell'Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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