"È una sperimentazione, noi la seguiremo con estrema attenzione e daremo i dati su quante persone la utilizzeranno". Così il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha spiegato il part time in uscita per le persone in procinto di andare in pensione, a margine del Graduation day all'Università cattolica del Sacro Cuore a Roma. A chi gli chiedeva se ci siano delle previsioni su quante persone potranno usufruirne, il numero uno dell'Inps ha risposto: "Ci sono dei limiti di stanziamento, ma in ogni caso non potranno essere più di 30mila lavoratori nel giro di tre anni. Ci sono dei limiti posti dal finanziamento. Comunque la valuteremo con estrema attenzione, è una sperimentazione e come tale va studiata, non si può dare un giudizio prima che l'esperienza venga fatta".
Il presidente dell'Inps poi ha annunciato: "Questa settimana partono le prime buste arancioni, saranno 150 mila e conterranno le informazioni di base con la stima dell'estratto conto contributivo, e la previsione del rapporto tra contributi versati, pensione futura e possibile data di uscita. Noi ci allineiamo alle previsioni della Ragioneria generale dello Stato, che peraltro sono concordate a livello europeo quindi lo scenario di riferimento di base sulla crescita di lungo periodo è quello. Invitiamo le persone che ricevono la busta arancione ad andare sul sito dell'Inps, coloro che hanno già il pin dell'Inps lo possono già fare per fare tutte le simulazioni che sito. È davvero uno di quegli interventi che servono moltissimo alle persone. Primo perché noi ricostruiamo la carriera contributiva passata, diamo l'estratto conto contributivo e chiediamo alle persone di verificare che i dati siano esatti. In secondo luogo, mettiamo in luce il rapporto tra i contributi versati e la pensione futura, quando sarà possibile andare in pensione e chiaramente mettiamo in luce il legame tra l'andamento dell'economia italiana, quindi crescita economica e pensioni future. Credo che questo sia molto molto importante. In Italia c'è purtroppo una bassa cultura previdenziale e una bassa consapevolezza finanziaria soprattutto tra le giovani generazioni che sono quelle oggi maggiormente responsabilizzare dalle nuove regole del sistema previdenziale. Loro vogliono veramente saperne di più e pensiamo questo servizio che noi diamo li spingerà ad acquisire più informazioni e ad interessarsi di più".
Poi l'accusa alla politica: "Abbiamo trovato tantissimi ostacoli, soprattutto per l'invio delle buste arancioni perché, lo voglio dire con sincerità, c'è stata paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare sul piano elettorale". Alla frase di Boeri ha risposto Renato Brunetta: "Piuttosto che accuse generiche faccia nomi e cognomi. In una fase così delicata dell'economia italiana, con le relative difficoltà sociali, non ci si può concedere il lusso di lanciare sassi e nascondere le mani. Per questo chiederemo al ministro del lavoro, Giuliano Poletti, da cui l'Inps dipende, conto delle dichiarazioni odierne del professor Boeri. Semmai, ad aver paura dovrebbero essere le menti fini dell'Inps, a partire da quella del suo presidente, perché i calcoli contenuti nelle buste arancioni inviate agli italiani sembrano sbagliati, gonfiati di circa il 30%, in quanto si basano su stime di crescita del Pil irrealistiche e su ipotesi di carriera continua, senza interruzione nel versamento dei contributi, cosa che auguriamo a tutti i lavoratori italiani, ma che, dati i tempi, passati, presenti e futuri, ormai non accade quasi più. Se Boeri ha da denunciare qualcosa, noi lo incoraggiamo: nessuno deve aver paura della verità.
Non certamente i cittadini italiani titolari di posizione contributiva, nè la classe politica. Se mai qualche burocrate o professore prestato all'Inps senza conoscere le regole della democrazia e del corretto comportamento istituzionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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