Chi tifa per i tagliagole deve dimettersi subito

Non si dialoga con questi. Il deputato grillino Di Battista non può fare il vicepresidente della commissione Esteri

Chi tifa per i tagliagole deve dimettersi subito

Abbiamo un problema. Il vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Alessandro Di Battista, e il suo partito, il movimento Cinquestelle di Beppe Grillo, stanno con i terroristi islamici che nelle scorse ore in Irak, come documenta un video esibito al mondo, hanno sgozzato un giornalista americano, James Foley, che tenevano prigioniero da qualche mese. Questa volta non siamo di fronte alla solita buffonata grillina. Di Battista, scrittore fallito entrato in politica sull'onda dell'anticasta, può pensarla come vuole. Non è certo il primo intellettuale che per farsi notare si mette dalla parte dei terroristi.

Anzi. Il terrorismo domestico degli anni Settanta e quello palestinese poi hanno campato sulla simpatia e l'affetto dei nostri pensatori borghesi e salottieri, la cui filosofia si può riassumere così: pancia e portafogli pieni grazie all'Occidente capitalista, spirito innalzato a sostegno di chi l'Occidente lo raderebbe al suolo.

Il problema non è neppure la cialtroneria di Grillo e dei suoi. Ci siamo abituati. Chi se ne frega se in pieno agosto indicono un concorso per votare il giornalista da mettere alla gogna (per la cronaca ha vinto Giuliano Ferrara, io solo terzo e mi dispiace). Li conosciamo, questi signori: scodinzolano tutti i giorni attorno ai giornalisti sperando di ottenere qualche titolo o comparsata televisiva (per insultare i giornalisti) ma pazienza, sono fatti così. Non è nemmeno drammatico che blocchino i lavori del Parlamento comportandosi da teppistelli: aggressioni fisiche, insulti e urla nei confronti dei colleghi. Sono come gli ultras del calcio: frustrati che per esistere devono fare casino, l'uso della violenza come risposta alla superiorità della squadra avversaria.

Il problema è che Di Battista ricopre un ruolo istituzionale delicato, nel cuore della commissione che determina le linee dell'Italia in politica estera. Mi chiedo: per settimane abbiamo discusso se un signore, Tavecchio, che spara una battuta sui calciatori di colore, possa stare al vertice del calcio italiano, possiamo ora accettare in silenzio che un filo-terrorista, simpatizzante degli sgozzatori di occidentali (oltre che di stragisti di cristiani), stia un minuto di più in quel posto? Io penso di no. Finirà, ovviamente, che lo subiremo, e sarà una vergogna in più che dovremo portarci appresso. Nei confronti di questo giovanotto già si alza una cortina difensiva di parolai senza dignità e coerenza, che trovano ribalta sul sito di Grillo, uno che già si era espresso a favore del regime islamico iraniano, una dittatura culturale feroce di cui fece parte il suocero del comico genovese (che infatti passa le sue vacanze non a Teheran ma a Porto Cervo). Io a questi deliri preferisco le parole scritte ieri dai genitori di James Foley: «Non siamo mai stati più orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di mostrare al mondo la sofferenza del popolo siriano. Ringraziamo Jim per tutta la gioia che ci ha dato. Era un figlio, un fratello, un giornalista e una persona straordinaria». Ecco, io non penso che l'onorevole Di Battista sia una persona straordinaria. Credo che sia un vile.

Se crede davvero a quello che dice, che ci vada lui a tagliare le teste di giornalisti e di cristiani. Libero di farlo, e noi - stupidi e pericolosi occidentali - di braccarlo come si fa per i peggiori delinquenti. Guarda queste foto di James e vergognati, onorevole dei miei stivali. Tu e il tuo amico Grillo.

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