Ci sono periodi di grande progresso della civiltà. Pensiamo all'antico Egitto, quando sono state incanalate le piene del Nilo creando una stupenda agricoltura e un immenso progresso del sapere. Oppure alla Grecia, con lo sviluppo della filosofia e della scienza, o a Roma con la creazione di un apparato statale e legislativo magnifico, con una magnifica architettura ed una perfetta rete di strade e di acquedotti. Con la caduta dell'Impero romano sono arrivati i popoli barbari, orde di predatori capaci solo di saccheggiare le città senza saper né coltivare né costruire. E il loro dominio si è protratto per molti secoli all'insegna di continue guerre, miseria e violenza. Ancor peggio è accaduto in Asia centrale, che è stata quasi sempre in balia di eserciti che vivevano di pastorizia e di saccheggio.
Poi in Europa il periodo di anarchia medievale è finito, sono sorti gli Stati moderni e abbiamo conosciuto uno straordinario progresso intellettuale, artistico e scientifico che ha plasmato la società in cui viviamo. A poco a poco anche gli altri Paesi hanno adottato lo stesso modello. Alcuni lo hanno fatto con rapidità, come il Giappone; altri con grandi sofferenze e conflitti, come la Cina, altri cercando strade diverse, come l'Unione Sovietica.
Ma la parte del mondo dove il processo di modernizzazione ha incontrato maggiori difficoltà è stato il mondo islamico. Ancor oggi dappertutto sono all'opera bande armate che massacrano chi non sta dalla loro parte, uccidono i cristiani e instaurano governi che impongono l'islam. Esistono centinaia di queste bande, dalle milizie sciite di Muqtada al Sadr, a quelle sunnite di Al Baghdadi, al gruppo di Al Nusra e poi via via a quelle presenti in Arabia Saudita, Yemen, Sudan, Libia, fino a Boko Haram ad Al Shabaab.
Tutte lottano contro l'occidentalizzazione, contro la modernizzazione e vogliono riportare il mondo a come era nel Medio Evo. Il risultato è uno stato di sanguinosa anarchia e una spaventosa dimostrazione di arretratezza, di odio, di intolleranza e di crudeltà che un giorno verrà ricordato come un'epoca di cupa barbarie.
di Francesco Alberoni
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