Più tasse, meno servizi Le città inefficienti tartassano le famiglie

Là dove la qualità è al minimo si pagano tributi da record. Penalizzato il Sud, Reggio Calabria è al primo posto: "È un'ingiustizia"

Più tasse, meno servizi  Le città inefficienti  tartassano le famiglie

Roma Le famiglie che pagano più tasse sono anche quelle che abitano in città con servizi più scadenti. A maggiori tributi, corrisponde una qualità della vita più bassa e non solo perché i cittadini sono esasperati dalla pressione fiscale. A quanto pare, più tasse locali si versano, peggiori sono i servizi. È un po' una conferma della famosa frase di Ronald Reagan sul governo che «non è la soluzione del nostro problema, è il problema».

Una versione fiscale, che si ottiene incrociando i dati diffusi ieri dalla Cgia di Mestre con le tante classifiche sulle città italiane. Il primo posto delle famiglie più tartassate spetta a quelle residenti nel comune di Reggio Calabria. Nel 2015 il peso complessivo di Irpef, addizionali comunali e regionali all'Irpef, Tasi, bollo auto e Tari - secondo la Cgia - ammonta a 7.684 euro. La parte alta della classifica delle famiglie tartassate è tutta meridionale. Al secondo posto c'è Napoli con 7.658 euro; al terzo Salerno con 7.648 euro (la simulazione è fatta su una famiglia di tre componenti, un reddito di 31mila euro e un'abitazione di proprietà di 100 metri). La città calabrese presidia da anni il fondo di un'altra classifica, quella che ogni anno stila Il Sole24ore sulla qualità della vita.

Nell'ultima, era al 106esimo posto. Avanti solo ad Agrigento. Napoli è al 96 esimo posto. Salerno al 93esimo posto. Sul podio delle tasse c'è anche Roma (quinta posizione), con 7.588 euro. Città con redditi alti, ma servizi di livello medio basso in rapporto al resto del Paese. A Ravenna, prima città per qualità della vita secondo Il Sole24ore, si pagano 7.229 euro di tasse all'anno: 455 euro in meno rispetto a Reggio Calabria. L'assioma: più tasse, peggiore qualità della vita è confermato dalle altre città nella parte bassa della classifica sulla pressione fiscale locale. Nelle ultime 6 posizioni ben 4 sono occupate da comuni del Nord est. Verona (7.061 euro), Vicenza (6.986 euro), Padova (6.929 euro) e Udine (6.901 euro). Milano è in una posizione intermedia con 7.338 euro.

«Il differenziale tra le imposte pagate a Reggio Calabria e quelle versate a Udine è di ben 783 euro - ha commentato il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - Se consideriamo la qualità e la quantità dei servizi offerti, è evidente che questo gap non ha alcuna giustificazione e la gran parte delle famiglie del Sud che pagano le tasse subiscono una vera ingiustizia».Con la classifica, ha spiegato il segretario della Cgia Renato Mason «non vogliamo assolutamente dare alcun giudizio sull'operato degli amministratori locali. Infatti, abbiamo considerato in maniera indistinta tributi nazionali, regionali e comunali».Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha incassato dando la colpa ai predecessori. «Purtroppo non è una novità e i nostri concittadini lo sanno bene. Reggio Calabria è la città più tartassata d'Italia a causa del piano di rientro disposto durante il periodo commissariale per ripianare i debiti delle precedenti gestioni».

Colpa del centrodestra, insomma. Ma a creare il mix di tasse alte al Sud sono anche le imposte regionali. Come l'addizionale Irpef e la Tari. La prima è alta perché tutte le regioni del Sud sono in disavanzo sanitario e quindi applicano l'aliquota massima. La tassa sui rifiuti, invece, è alta per i costi di gestione delle aziende che se ne occupano e la bassa incidenza della raccolta differenziata. Gli stessi comuni tartassati sono quelli dove i cittadini rischiano di non sentire l'eliminazione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa.

«È probabile - spiega Zabeo - che i mancati aumenti dei trasferimenti in materia di sanità vengano compensati con un incremento della tassazione locale oppure con un inasprimento dei ticket». Altre risorse sottratte alle famiglie, per tappare buchi creati da classi politiche inadeguate.

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