La politica di Matteo Renzi sta progressivamente perdendo un punto di riferimento ormai acquisito da anni alla sinistra: gli impiegati statali e la magistratura. Si tratta di due segmenti importanti dell'elettorato scontentati da un rinnovo del contratto dalle risorse striminzite i primi e dal ddl giustizia i secondi. Ecco perché il presidente del Consiglio sta pensando di cercare altrove nuovo consenso, nel popolo delle partite Iva, delle pmi che tradizionalmente guardano più verso il centrodestra.
L'ipotesi che si sta studiando in vista della legge di Bilancio 2017 è l'eliminazione delle sanzioni, degli interessi di mora e dell'aggio di riscossione per coloro che scelgono di rateizzare le cartelle esattoriali di Equitalia. Non è una sanatoria, non è ufficialmente un condono perché assomiglia molto alla procedura che si segue per la voluntary disclosure: niente multe e interessi per chi denuncia volontariamente i capitali detenuti all'estero. E forse non è un caso che il capitolo «contrasto all'evasione fiscale» che il governo vuole inserire nel Bilancio comprenda sia lo sconto sulle cartelle che una nuova versione della voluntary per un totale che potrebbe superare i 5 miliardi. In fondo, la Nota di aggiornamento del Def ha evidenziato che le misure che favoriscono la collaborazione spontanea hanno determinato maggiori incassi per 1,5 miliardi rispetto a quanto preventivato nel corso dei primi 8 mesi del 2016.
Ma come funzionerebbe questa versione evoluta della «rottamazione delle cartelle» già introdotta dal governo Letta nella Stabilità 2014? In pratica, si potrebbe accedere, a differenza del passato, a questo beneficio anche rateizzando gli importi mentre tre anni fa si optò per il pagamento in un'unica soluzione. Oggi, invece, si sta pensando di estendere il vantaggio a coloro che hanno debiti fiscali iscritti a ruolo dall'Agenzia delle Entrate fino a 100mila euro. Alcuni rumor indicavano in tre anni il periodo massimo di rateizzazione e l'estensione dello sgravio anche a coloro che stanno già pagando a rate la propria cartella. La misura è stata spesso invocata da Federcontribuenti e dalle associazioni datoriali e che il Dipartimento delle Finanze ha anche ascoltato qualche settimana fa. Occorre ricordare che molte imprese hanno chiuso proprio perché le cartelle non onorate causa crisi si sono tradotte in importi monstre a causa di interessi e sanzioni.
Si inserisce in questo contesto pure l'intenzione di riaprire la voluntary disclosure che ha prodotto già un gettito di oltre 4 miliardi di euro nella versione 2015 e che l'anno prossimo potrebbe portarne almeno la metà. Il governo intende mostrare un volto amichevole alle imprese. Anche per questo motivo si è pensato di varare regimi più favorevoli come il pagamento delle imposte per cassa, cioè sul fatturato effettivo, per le imprese in regime di contabilità semplificata. L'intenzione è quella di applicare tale procedura alle imprese individuali con un fatturato fino a 400mila euro nel settore dei servizi e 700mila nel commercio. Senza contare il taglio dell'Ires dal 27,5 al 24% e l'aliquota Iri del 24% per chi reinveste gli utili in azienda.
Ipotesi di lavoro che vogliono avvicinare al renzismo chi renziano non è e che sono state studiate da tecnici che hanno collaborato con gli esecutivi di centrodestra, relegando per una volta in un angolo i discepoli di Vincenzo Visco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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