Sono più che altro i venti di guerra a impensierire Berlusconi. L'escalation di tensione sul fronte russo-ucraino è in cima ai pensieri di un Cavaliere che, dopo molto tempo, torna nella Capitale. Dicono controvoglia. Non è dato sapere se sia questo o altro il motivo principale per cui l'ex premier fa saltare un pranzo con i fedelissimi azzurri per fare il punto della situazione sull'agenda politica, limitando il summit ai soli Denis Verdini, Gianni Letta e Nicolò Ghedini. Così, ieri, palazzo Grazioli non viene preso d'assalto come di consueto da parlamentari e consiglieri politici. Un tavolo dove si parla di giustizia, economia, politica internazionale.
Tra Europa e Mosca la tensione è alle stelle e Berlusconi è sinceramente preoccupato e dispiaciuto. Sarebbe pure pronto a dare un suo contributo per evitare che la situazione precipiti, forte del suo rapporto stretto e amichevole con Putin. Non a caso il M attinale di ieri, quotidiana nota politica redatta dallo staff di Renato Brunetta, chiamava in causa proprio l'ex premier: «Crisi internazionali. La guerra in Ucraina da fermare. Il jihadismo che minaccia l'Europa. L'ultima carta è Berlusconi, che lo si voglia o no. Renzi rinnovi l'invito affinché Obama e Putin si incontrino per una nuova Pratica di Mare». A Pratica di Mare, maggio 2002, proprio anche grazie a Berlusconi ci fu lo storico summit in cui le 19 potenze della Nato e Mosca misero definitivamente la parola fine agli anni della Guerra Fredda. Ora, invece, tra Nato e Russia tornano ad essere scintille. Sempre il Ma ttinale consiglia Renzi: «Si opponga con nettezza all'ipotesi di una Ucraina nella Nato: sarebbe guerra garantita. Piuttosto (Pratica di Mare docet ) si coinvolga anche la Russia nella Nato, ridisegnando un ordine mondiale rispettoso di tutti i fattori in gioco. Il confronto armato va escluso a priori, si affronti il tema della fortissima, maggioritaria presenza di russi nel Donbass ucraino, e non si veda ostilmente la possibilità di una federazione ucraina di due Stati, senza modificarne i confini». Ma a impensierire Berlusconi non c'è solo il fronte russo ma anche quello israelo-palestinese e la minaccia sempre più feroce dell'Isis.
Sul fronte della politica interna, invece, la strategia del leader di Forza Italia non cambia: calma e sangue freddo. Nessun attacco a testa a Renzi anche se, dicono, il Cavaliere è sempre più deluso dal governo. Pare sia rimasto quasi sbigottito dal nulla presente nel decreto «sblocca Italia» e neppure la conferenza stampa dei «mille giorni» ha colpito positivamente il Cavaliere. Il quale riconosce che non ci sono risorse - il che può essere un'attenuante per l'inquilino di palazzo Chigi - ma valuta molto negativamente il «balletto» andato in onda sulla scuola. In effetti prima il governo aveva annunciato l'assunzione di ben 100mila docenti precari nel settore; poi aveva fatto una marcia indietro rimandando l'annuncio; quindi l'ulteriore frenata perché non ci sarà alcuna riforma della scuola ma soltanto delle «linee guida» previa l'apertura di un tavolo su cui discutere. Insomma, Renzi sta andando avanti a slogan vendendo molto fumo e poco arrosto. Spot, peraltro, gestiti in malo modo.
La delusione per quanto sta facendo il governo, tuttavia, non si tramuta in un attacco frontale a Renzi, anzi. Continua la politica della «mano tesa» nella speranza che su molti provvedimenti il premier possa prendere in considerazione l'agenda Berlusconi.
Certo sulla giustizia si apriranno delle trattative nei prossimi giorni; ma anche sulle misure economiche il Cavaliere continuerà a dire la sua, convinto di essere nel giusto quando propone l'antica ed unica arma capace di far crescere il Paese: tagli seri alla spesa pubblica, riforma profonda del mercato del lavoro e immediata scure sul fronte delle tasse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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