"Poliziotti massacrati in strada. Finalmente dl Sicurezza bis ci tutela"

Apprezzamenti al dl Sicurezza Bis da parte della polizia. Mazzetti (Fsp): "Salutiamo con favore il decreto"

"Poliziotti massacrati in strada. Finalmente dl Sicurezza bis ci tutela"

Il decreto Sicurezza bis piace agli agenti? Basta fare un giro sui social o qualche chiamata per assaggiare l'apprezzamento degli uomini in divisa alle nuove norme contro le violenze durante le manifestazioni o fuori dagli stadi. "Salutiamo con favore il Decreto", dice Valter Mazzetti, Segretario Generale dell'Fsp Polizia di Stato. Perché è un "passo" in avanti per "invertire la tendenza a stare sempre 'contro' i poliziotti".

Il tema è noto e pure il copione. Gli agenti tutelano l'ordine pubblico e il diritto a manifestare, il corteo si trasforma in una guerriglia, i poliziotti restano feriti e si riapre, implacabile, il dibattito politico. Stavolta, però, il dl Sicurezza bis contiene - al di là delle norme su immigrati e Ong - una lunga parte in favore delle forze di polizia (leggi qui il testo). Pene più severe per chi aggredisce gli agenti, estenzione del Daspo all'estero e ad eventi sportivi fuori dagli stadi e "reclusione da 1 a 4 anni" per chi in corteo lancia o utilizza "razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile o in grado di nebulizzare gas contenenti principi attivi urticanti, ovvero bastoni, mazze, oggetti contundenti o, comunque, atti a offendere".

Mazzetti ricorda le "migliaia di poliziotti" che continuamente vengono "esposti a un vero e proprio massacro, fisico, emotivo, e persino mediatico". Un servizio a tutela della democrazia "che ogni anno ci costa centinaia di feriti, perché le divise sono bersagli di un’aggressività gratuità, solo per ciò che rappresentano, solo perché fanno il proprio dovere". Da oggi la musica potrebbe cambiare, o almeno così vorrebbe Salvini. "È fondamentale – aggiunge – cominciare a dare più concretezza alla responsabilità che discende dalla scelta di compiere atti illegali, aggredendo chi porta l’uniforme, scatenando risse e guerriglie, rifiutando anche ogni regola di civile convivenza nelle piazze, negli stadi, per le strade".

L'invito sembra rivolto anche alla magistratura.

"Si è troppo diffuso l’incredibile equivoco che chi veste la divisa è tenuto a prendere botte, insulti e offese di ogni genere, ed è tenuto a rispettare ‘doppiamente’ le regole anche a costo di non difendersi - attacca Mazzetti - mentre chi manifesta è sol per questo legittimato a infrangerle, con un conseguente fortissimo senso di impunità e di arroganza di cui i poliziotti fanno le spese sulla propria pelle".

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