Il risparmio tradito. La malattia. La serenità perduta in un futuro che scivolava lontano. E un biglietto per annegare la disperazione nell'inchiostro di poche parole: «Non ce la faccio più». Poi il colpo di pistola, che Antonio Bedin, pensionato di 69 anni, ha esploso contro se stesso per farla finita, mercoledì sera, nella villetta di Montebello Vicentino. Ed è un'altra ferita che si apre nel profondo Veneto scosso dal crollo della «sua» banca. Dove l'impatto silenzioso ma devastante della crisi della Popolare di Vicenza, costretta a un aumento di capitale che ha azzerato il valore del titolo, riemerge come un fiume carsico nei drammi personali di chi ha visto bruciare i propri investimenti. La cautela dei carabinieri che indagano sulle cause dell'estremo gesto del pensionato è massima per evitare facili associazioni, ma l'ombra delle vicissitudini che hanno travolto l'istituto si addensa dietro il suicidio. In un pacchetto di oltre 8mila azioni, il pensionato aveva oltre 400mila euro, ha riferito il fratello Gaetano agli inquirenti, prima che il valore precipitasse in pochi mesi da 62,5 euro ad azione agli attuali 0,10 centesimi. Erano il frutto meticoloso di una vita di lavoro come perito chimico. E sì, «ogni volta che sentiva parlare della banca si arrabbiava», ha aggiunto ancora il fratello, che viveva con lui nella casa nella periferia del paese e che lo ha ritrovato senza vita. Alla difficile situazione di salute - Bedin soffriva di una patologia complessa, disturbi cardiaci e di deambulazione, tanto da pensare a un ricovero in una casa di riposo - si è intersecato il trauma di aver perso i soldi e con essi forse anche la certezza di garantirsi un futuro dignitoso. A Montebello tutti conoscevano Antonio. I dubbi sulle ragioni della tragedia lasciano spazio in queste ore al dolore di una comunità intera, che sfocia nella rabbia e nella sete di giustizia per il dissesto finanziario che ha coinvolto oltre 120mila risparmiatori. E in paura, anche. Che accada ancora: «Speriamo che non ce ne siano altri» dice Renato Bertelle, presidente dell'Associazione nazionale azionisti della Popolare di Vicenza, «qui la gente piange». Dalla procura vicentina, Antonino Cappelleri, che coordina l'inchiesta sulla passata gestione della banca, esprime «un grandissimo rispetto per la persona che si è tolta la vita.
Agli altri azionisti posso solo dire che stiamo facendo di tutto per fare chiarezza e per arrivare in fondo al procedimento penale». Solo 15 giorni fa un socio di Veneto Banca si era presentato in filiale minacciando il suicidio. Epilogo scongiurato dai carabinieri.
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