Oooh, ecco finalmente una «clientela organizzata, scientifica, una bella cosa». Come Cristo comanda, Enzo De Luca propone, Matteo Renzi dispone. I 18 deputati (renziani) di maggioranza (su 46) la portano a casa una mezzoretta prima della mezzanotte di mercoledì, quando nei corridoi di Montecitorio più fitto è il buio, le vergogne sembran più coperte, le urla in commissione Bilancio fanno meno clamore e Cenerentola (leggi: «emendamento De Luca») può far perdere la testa anche al presidente Boccia, che liquida le proteste e fa approvare nonostante siano in molti a dileguarsi per non essere complici o partecipare allo scempio. «State dicendo che se De Luca fa una cosa che non si deve fare, gli date pure i mezzi per farlo. Questo è sostegno all'illegalità!», grida il leghista Guidesi. «Diteci voi che cosa serve per farvi ritirare l'emendamento: una frittura? uno yacht?», ironizza Marcon (Sinistra). «Questa è una marchetta bella e buona», insiste la grillina Giordano. Ma non c'è ragione che tenga, l'emendamento ad personam passa e il capogruppo pidino Rosato sibila un «benissimo». Si restituiscono ai governatori i poteri di commissariamento nel settore Sanità, norma cancellata nel 2014 proprio dal governo Renzi, «assai opportunamente» ricorda Bruno Tabacci astenutosi perché «proprio non me la sento». Il controllore, un governatore commissario, torna a poter controllare se stesso (e le sue spese). Così aveva preteso il ras campano di Renzi, esplicitando la necessità a 300 sindaci «amici» durante una riunione il cui audio spopola sul Web ma fatica a essere ascoltata nei Tg Rai. De Luca parla sfacciatamente del «comparto sanità; abbiamo cercato di spiegare a due teste di sedano che hanno la funzione di commissari in questo momento che non siamo la Toscana (l'attuale commissario della Campania, Joseph Polimeni, era direttore generale della ASL 2 di Lucca, ndr): qui la sanità privata è il 25 per cento, sono migliaia di persone. Io credo sinceramente che per come ci siamo mossi in questi mesi, ci sia rispetto da parte dei titolari di strutture private e qualificate...».
L'emendamento alla legge di Stabilità ora chiarirà alle strutture campane, ancorché afflitte da deficit e necessità di spesa, chi può aprire o chiudere i rubinetti. Un «delitto politico» lo definisce il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Così, mentre la presidente Antimafia, Rosy Bindi, annuncia che presto ci sarà risposta della Procura di Napoli sulle scandalose richieste di De Luca ai sindaci, il governatore si dichiara ancora una volta vittima di «una campagna di aggressione mediatica inaudita». E Renzi, disperato, gli tiene il sacco facendo spallucce: «Mica si vota sulle frasi di De Luca... Sono diversivi di chi non vuole entrare nel merito.
Il referendum non è su di me, su De Luca, sulle scrofe sane o su quelle ferite». Ora che le sbaglia tutte, il premier chiede un time-out: «Bisogna scalare una marcia, avere toni tranquilli, io per primo...». Troppo tardi: il muro dove andrà a sbattere è già lì, alla prossima curva.
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