Sostegno esplicito alle riforme di Matteo Renzi, con l'auspicio neppure troppo velato che al referendum vinca il «Sì»; appoggio al Migration Compact italiano nel riconoscimento che sull'immigrazione «è necessaria una soluzione europea»; solidarietà per il terremoto, con l'annuncio che la Germania si farà carico di ricostruire una scuola nelle zone del sisma. E sulla richiesta di flessibilità rispetto alle regole Ue per affrontare i piani per la ricostruzione e la messa in sicurezza, da Angela Merkel arriva una sia pur cauta apertura: «Sappiamo qual è il peso che sopporta il vostro Paese, ora l'Italia presenterà un progetto trasparente e penso che in Europa troveremo una soluzione». L'interpretazione nel governo è netta: «La Germania non ci farà nessuna guerra sulla flessibilità», assicura chi ha partecipato al vertice.
Al vertice italo-tedesco di Maranello, nell'inconsueta sede non istituzionale della Ferrari, eccellenza simbolo del Made in Italy guidata da un supporter del governo come Sergio Marchionne che sostiene il Sì al referendum, Matteo Renzi incassa più di un segnale positivo dalla cancelliera. «Abbiamo scelto questa sede per dare un messaggio - spiega il premier - da un pezzo d'Italia, l'Emilia Romagna, che lavora intensamente con la Germania». Marchionne ringrazia con un beau geste, e Renzi può annunciare che «la Ferrari metterà all'asta, con base di un milione di euro, una sua auto». A favore dei terremotati, naturalmente. E nella conferenza stampa finale, al fianco di Merkel, conferma la scelta di Vasco Errani come commissario per la ricostruzione, che verrà ufficializzata oggi: «Perché Errani? Angela lo sa, perché l'Emilia Romagna che oggi ci ospita quattro anni fa fu colpita da un terribile terremoto, e oggi è in piedi più forte di prima. Scelgo una squadra che ha già fatto, e bene».
All'arrivo a Maranello, Renzi fa trovare alla cancelliera e ai suoi ministri, arrivati per incontrare i loro omologhi italiani in una serie di bilaterali, un gruppo di rappresentanti dei corpi che hanno partecipato ai soccorsi nelle zone terremotate. Glieli presenta uno ad uno: Protezione civile, Vigili del fuoco, Carabinieri, Croce rossa. C'è pure il cane Leo che ha ritrovato una bambina tra le macerie, che - su ordine del premier - porge la zampa a Merkel. Lei, che non ama i cani, dirà che quel Labrador «è l'unico cane di cui non ho paura». Una scena comunicativamente assai efficace, che serve a calare il vertice nell'emergenza italiana del terremoto. E funziona, perché la cancelliera si mostra più calorosa che mai. «Auguro molto successo a Renzi nel portare avanti l'agenda delle riforme: fa bene all'Italia ma anche all'Europa», esordisce. Il premier italiano rivendica il successo della sua riforma del lavoro: «Se avessimo fatto il Jobs act dieci anni fa sarebbe stato più efficace. Da febbraio i posti di lavori sono cresciuti di 585mila unità, un risultato incredibile. Se lo avessimo 15 anni prima, come ha fatto la Germania, sarebbe stato sicuramente un altro film, un'altra storia» sottolinea, con un implicito rimprovero ai precedenti governi di centrosinistra. Sull'immigrazione Merkel riconosce il lavoro dell'Italia: «Siamo contenti che la foto segnalazione in Italia funzioni bene. Ma ora deve esserci l'impegno di tutti per il rimpatrio di chi non ha diritto a stare in Europa. È un problema che ha anche l'Italia, come la Germania: c'è un'agenda comune». Poi il capitolo più delicato, quello sulla flessibilità per il piano Casa Italia: «Noi utilizzeremo le regole europee dice Renzi ma questo tipo di utilizzo lo faremo dopo un progetto molto serio e legato al buon senso e al futuro.
Non faccio annunci show o shock, prenderemo tutto quello che serve ed è necessario, ma è fondamentale partire spendendo bene i soldi, con assoluta trasparenza». E dalla Merkel arriva il via libera: «Troveremo la soluzione».
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