Il presidente nigeriano: "Troppi di noi in cella, difficile farsi accettare"

L'ammissione di Buhari, leader della Nigeria: colpa nostra la cattiva reputazione all'estero

Il presidente nigeriano: "Troppi di noi in cella, difficile farsi accettare"

In Nigeria sono perfettamente consapevoli che in Europa gli immigrati nigeriani abbiano una reputazione negativa. Non per razzismo, ma per un dato di fatto: molti immigrati nigeriani finiscono in prigione. A spiegarlo, in una intervista al britannico Telegraph, è stato nientemeno che il presidente della Repubblica Federale di Nigeria, l'ex generale Muhammadu Buhari. «Alcuni nigeriani dicono che la vita nella loro patria sia troppo difficile, ma è anche vero che hanno reso difficile farsi accettare dagli europei e dagli americani, a causa del numero di nigeriani detenuti in carcere in tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani» spiega il capo di stato. Che prosegue: «Non penso che i nigeriani abbiano qualcuno da incolpare: possono rimanere a casa loro, dove possono rendersi utili per ricostruire il paese». Un pericoloso xenofobo? No, il presidente della Nigeria. Pensa che i nigeriani abbiano un problema di reputazione all'estero, gli chiede l'intervistatore. Risposta: «Certamente, ma stiamo lavorando per porvi rimedio. Incoraggeremo i nostri concittadini a restare, lavorare e vivere una vita rispettabile a casa loro». Le parole di Buhari hanno scatenato una rivolta nel suo paese, tanto che attraverso il suo portavoce Buhari ha dovuto precisare: «Sarebbe assurdo che il presidente della Nigeria dicesse che tutti i nigeriani sono criminali - riporta la Bbc -, il presidente si riferiva solo ai nigeriani che cercano falsamente di chiedere asilo all'estero e così danneggiano la reputazione della Nigeria».

Il presidente sa di cosa parla: una recente statistica pubblicata dal quotidiano Vanguard (sede a Lagos) parla di 170mila nigeriani detenuti all'estero. «La maggior parte è in carcere per traffico di stupefacenti e di esseri umani e vari reati di immigrazione» scrive il giornale nigeriano. A questi vanno aggiunte più 10mila donne forzate a prostituirsi in Europa, spesso costrette a vendersi dalle proprie stesse famiglie. «Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ritiene che questi numeri siano una piaga e ha chiesto una strategia coordinata per combattere contrabbandieri e trafficanti di esseri umani» racconta un reportage della Deutsche Welle sugli sforzi del governo di Abuja per combattere l'emigrazione di massa dei giovani nigeriani e la criminalità che gestisce i flussi verso l'Europa. Non solo verso nord. Anche in Sud Africa, altro stato verso cui migrano, si registrano forti tensioni e, anche negli scorsi giorni, raid (come a Macerata) contro la comunità nigeriana, accusata di alimentare prostituzione e spaccio di droga, oltre al lavoro in nero.

A riprova di come i governi africani vivano in modo molto differente il fenomeno migranti rispetto all'intellighenzia europea pro-immigrazione, proprio il presidente nigeriano Buhari ha rivolto un appello - al 32esimo «Annual Meeting of the Sahel and West Africa» di Abuja - ai giovani del suo paese per restare in Nigeria e trovare un lavoro nel settore agricolo. «Siamo addolorati quando vediamo i nostri giovani attraversare il deserto, arrivare in Libia e attraversare il Mar Mediterraneo per raggiungere l'Europa. Lo consideriamo come qualcosa che deve fermarsi il più velocemente possibile, perché non è giusto nei confronti dell'Europa. Pensiamo che se riorganizzeremo meglio la nostra agricoltura, molti di questi giovani guadagneranno una vita dignitosa a casa piuttosto che diventare un problema per i loro paesi di accoglienza e per noi qui in Africa». Aiutiamoli a casa nostra, potrebbe essere lo slogan del governo della Nigeria. Che con l'«Immigration Regulation 2017» ha appena inasprito le pene per contrastare il fenomeno.

E proprio la Nigeria è il paese di provenienza in cima alle classifiche dei richiedenti asilo in Italia (ma a meno del 5% viene poi riconosciuto lo status di rifugiato).

Gli ultimi dati del Viminale: più di 1500 nigeriani lo scorso novembre (il doppio rispetto al Bangladesh, seconda nazionalità), 1900 a ottobre, circa lo stesso a settembre. La Direzione Investigativa antimafia ha lanciato l'allarme sulle ramificazioni della mafia nigeriana in Italia. C'è un problema coi migranti nigeriani? Per il presidente sì, anche se la Boldrini non sarà d'accordo.

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