Gli zingari in coda per le primarie Pd a Roma, i cinesi a frotte per quelle a Napoli, nugoli di pachistani per le primarie Pd a Trento, poi le manovre di Mafia Capitale per far vincere il candidato Pd amico della cricca, e adesso l'ombra di soldi in cambio di voti a Firenze, nella culla di Matteo Renzi, per le primarie che gli hanno fatto bruciare tutte le tappe, dalla segreteria Pd a Palazzo Chigi. Parliamo della sfida del dicembre 2013 per la guida del Partito democratico, appunto Renzi superfavorito, e poi Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Primarie stravinte da Renzi con il 67% nazionale, che nella sua Firenze si trasforma in un plebiscito: 76,3%. Una vittoria netta, con un'affluenza di quasi 3 milioni di persone, salutata come un grande successo della democrazia contro l'antipolitica, e un trampolino perfetto per Renzi, che di lì a poco avrebbe fatto fuori Enrico Letta sull'onda di quel travolgente successo.
Non ci volevano proprio le ombre gettate adesso da una denuncia alla Procura di Firenze, depositata poche ore fa da un cittadino fiorentino, Maurizio Martigli, 43 anni, all'epoca dei fatti impiegato in una rosticceria. Nella querela Martigli racconta di aver ricevuto 65 euro, 15 per iscriversi al Pd e altri 50 per votare Renzi alle primarie del dicembre 2013, secondo la proposta di un conoscente, a sua volta incaricato da «un noto commercialista fiorentino» (di cui non ricorda il nome) successivamente candidato in non meglio specificate liste Pd. «Fui contattato da un cliente scrive Martigli nella denuncia -, mi venne proposto un accordo: votare Matteo Renzi alle primarie. Tutto questo era pagato con un compenso di 50 euro più 15 per la tessera Pd che mi sarebbe stata fatta al circolo Vie Nuove (un circolo Arci, ndr ) prima della votazione. Il compenso sarebbe stato pagato da un noto commercialista di cui non ricordo il nome a distanza di un anno. Sapevo che era uno dei commercialisti di Polimoda di Firenze (una scuola di moda e marketing, ndr ) e che avrebbe partecipato a successive elezioni nella lista del Pd, che poi a sua volta vinse».
Lo scambio avvenne effettivamente, secondo quanto Martigli afferma nella querela, la domenica stessa delle primarie, davanti al circolo Arci, dove si presenta insieme a due amici (di cui fa nome e cognome nella denuncia), anche loro interessati alla ricompensa per il voto dopo che lo stesso intermediario l'aveva sollecitato a portare «altra gente fidata» - si presenta la persona e «ci consegna i 65 euro» pattuiti. In un video su Youtube circolato tra i canali grillini, il quarantenne dà una versione leggermente diversa. E cioè di conoscere il nome del commercialista. E poi di aver accettato i soldi per poter raccontare tutto e «sputtanarli», mentre nella denuncia si fa capire che accettò perché in difficoltà economica. La tessera del Pd? Martigli non ce l'ha più ci spiega al telefono - perché era nel portafoglio che gli è stato rubato. Ombre tra le ombre. Comunque sia, adesso il racconto non è più solo un video da cospirazione, ma una denuncia depositata alla Procura di Firenze. Restano da capire molte cose.
Chi sia questo «noto commercialista» fiorentino disposto a pagare per far votare Renzi? E perché poi, dato che Renzi era strafavorito, specie a Firenze, anche senza aiutini? Dopo rom e cinesi in coda, altri misteri da primarie Pd.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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