Come previsto Nicola Zingaretti si prende il Partito democratico. A scrutinio ancora in corso, infatti, il governatore del Lazio ha ottenuto circa il 65% di voti alle primarie del partito, con Maurizio Martina a poco più del 20% e Roberto Giachetti sotto al 15%.
Centrati, dunque, i tre obiettivi che Zingaretti si era dato prima della giornata di oggi, ovvero vincere le primarie, vincerle con un margine che gli consentisse di governare il partito al di là delle lotte tra correnti, vedere la vittoria legittimata da una partecipazione importante da parte della base del Partito Democratico.
Ai gazebo organizzati dai dem in tutta Italia si sarebbero recati circa un milione e mezzo di persone. Ben oltre il milione sperato dai tre candidati nei giorni scorsi, ma al minimo storico del partito, come fa notare Matteo Salvini: "Buon lavoro al nuovo segretario, Nicola Zingaretti e complimenti per l'organizzazione anche se il dato di oggi è il minimo storico di partecipazione", ha detto il vicepremier, "Rispetto ogni singolo voto espresso ma non posso non vedere che negli ultimi 10 anni la partecipazione al voto alle primarie del Pd si è quasi dimezzata. Dagli oltre 3 milioni del 2009 sono passati nel 2013 (Renzi segretario) a 2.814.000 e nel 2017 a poco più di un milione e 800 mila". Hanno potuto votare, tra l'altro, non solo i cittadini italiani con tessera elettorale, ma anche i minorenni sopra i 16 anni e gli stranieri residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno.
Giachetti e Martina hanno già chiamato il nuovo segretario Pd per complimentarsi con lui. E anche Matteo Renzi ha dedicato un tweet al Zingaretti invocando lo stop al "fuoco amico" dentro il partito.
Il governatore del Lazio è arrivato al Circo Massimo attorno alle 22, accolto dall'ovazione dei suoi sostenitori e dalle note di Learning to Fly (Imparando a volare, ndr) dei Foo Fighters, lo stesso brano scelto per lanciare la sua candidatura alla guida del partito alla ex Dogana di Roma. "Viva la democrazia italiana che dà lezione ogni volta che può", ha detto, "Sono contento per l'Italia. Grazie all'Italia che non si piega e che vuole arginare un governo pericoloso: sembra che a queste primarie abbia votato lo stesso numero di cittadini, se non di più, delle ultime. Un dato veramente straordinario. Mi darebbe una percentuale che oscilla tra il 65% e il 70% del consenso. Ringrazio Giachetti e Martina per le telefonate ricevute poco fa e perchè credo che abbiano dato una buona immagine del confronto nella battaglia politica".
Ma quello che disegna il segretario in pectore del Pd è un proprio, personale, pantheon che va dai "partigiani" al "movimento femminista" passando per "il Sud lotta contro la mafia". Un intervento lungo, durato quasi 30 minuti, in cui Zingaretti si è soffermato molto sull'impronta che darà al suo mandato al Nazareno: "Io non mi considero un capo, ma il leader di una comunità che dovrà stare in campo.
Io penso ai delusi, a coloro che un anno fa non sono andati a votare ma oggi erano in fila ai gazebo, a coloro che ci hanno frainteso, che hanno votato altre forze politiche. Penso a loro perchè ho visto in questo enorme risultato un primo segnale: molti sono tornati, stanno tornando. Dobbiamo costruire un nuovo Pd, un campo largo per voltare pagina In questo Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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