Roma Le ultime audizioni sul Def presso le commissioni speciali riunite di Camera e Senato si svolgeranno martedì (in calendario Conferenza delle Regioni, Confindustria, Rete Imprese e Alleanza delle cooperative). Mercoledì l'esame del documento e giovedì 17 il mandato al relatore in Aula. È chiaro come l'intreccio tra l'analisi del documento fondativo della legge di Bilancio 2019 e le trattative per la nascita del governo M5s-Lega sia molto stretto.
In primo luogo, l'obiettivo di entrambi i partiti è sterilizzare le clausole di salvaguardia il cui scatto porterebbe l'Iva al 25% dall'anno prossimo. Il costo è di 12,4 miliardi che il programma del centrodestra prevedeva di reperire tra le tax expenditures, ossia la selva di agevolazioni fiscali sottoutilizzate ma comunque costose. I Cinque stelle hanno sempre fatto riferimento a un generico taglio degli sprechi alludendo anche alla possibilità che l'Unione europea possa concedere ulteriore flessibilità. Un'ipotesi difficilmente accreditabile considerato che il giudizio negativo sul percorso delle riforme in Italia prelude a una sostanziale fermezza nei nostri confronti. Senza tener conto che l'Italia sarà chiamata a tener fede agli obiettivi di riduzione del deficit strutturale di almeno uno 0,6% del Pil (salvo che non si decida di far scontare nel prossimo autunno anche il mancato 0,3% di correzione atteso per quest'anno).
Considerato che il conto della prossima manovra parte, perciò, da 25 miliardi (ai 20 miliardi di cui sopra sono da aggiungere 5 miliardi tra rinnovi contrattuali della Pa e spese indifferibili per le missioni internazionali), appare complicato inserire in un simile contesto il menu di proposte discusso ieri da pentastellati e leghisti. «Totale sintonia fra il Movimento 5 stelle e la Lega per il superamento della legge Fornero», facevano sapere i grillini ieri al termine del tavolo tecnico con il Carroccio. Ancorché la parola «superamento» non implichi l'abolizione, è notorio come anche interventi minimi come il ripristino delle quote (età + anni di servizio) abbia un costo non inferiore ai 5 miliardi.
«Il reddito di cittadinanza non sarà una misura assistenziale», hanno aggiunto le stesse fonti grilline aggiungendo che l'impatto sulle casse dello Stato viene calcolato attorno ai «16-17 miliardi». Anche se si trattasse di una misura contro la povertà e di sostegno ai disoccupati, occorrerebbe comunque mettere in conto uno stanziamento pari alla metà di quanto richiesto dai grillini.
Insomma, non si andrebbe troppo lontani dal vero asserendo che una simile legge di Bilancio dovrebbe trovare coperture per circa 40 miliardi. E la «sintonia sulla riduzione delle tasse», inclusa la flat tax? Bisognerebbe quanto meno raddoppiare la posta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.