Cosa è successo al "sogno europeo" di Romano Prodi? L'Europa è morta? "Certo - ammette l'ex premier - ma spero che la crisi la svegli. Ora possiamo solo aggiungere: preghiamo...". In una intervista a Qn, il Professore si augura di "poter ancora costruire un'Europa che possa reggere", anche se non con un ruolo da leadership come sperava, "il confronto con i giganti del mondo".
Prodi non si fa troppe illusioni sul futuro dell'Unione europea, sempre più divisa ormai tra interessi nazionali e chiusure politiche, con la Gran Bretagna che ha accelerato il processo di distacco da Bruxelles deciso con il referendum. "Sono stato dispiaciuto dalla Brexit - ha detto l'ex presidente della commissione Ue nell'intervista a Qn - ma non stupito. Il fatto nuovo è che c'è l'incoraggiamento americano alla Brexit. Una interferenza inedita, secondo me, di poco stile. Dal punto di vista politico - argomenta - conta il fatto che il futuro presidente degli Stati Uniti (Donald Trump, ndr) ritenga la mossa della Gran Bretagna un fatto positivo".
Per il futuro dell'Unione europea, Prodi auspica "una strategia unica". "Il vero problema - spiega - è che, anche stavolta, difficilmente ci sarà una politica comune".
Secondo il Professore, ci vorrebbe "un leader vero che si metta nei panni di tutti". "Chi guida una coalizione politica e una unione di Paesi si deve rendere conto degli interessi di tutti - conclude - mi riferisco ad Angela Merkel".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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