Profughi, l'ultima dell'Ue: stangata a chi non li accoglie

Secondo le nuove regole ogni Paese potrà accogliere al massimo il 150% della sua capacità, stabilita in base a Pil, abitanti e altre variabili. Gli altri verranno distribuiti. Chi si rifiuta dovrà sborsare 250mila euro a profugo, ma la "multa" potrebbe cambiare

Profughi, l'ultima dell'Ue: stangata a chi non li accoglie

La Commissione Ue ha elaborato una riforma al "regolamento di Dublino" in materia di accoglienza dei migranti. La sottoporrà mercoledì prossimo agli Stati membri. Vediamo di cosa si tratta. Ciascuno Stato di "primo approdo" è responsabile dell'accoglienza, ma per controbilanciare la situazione di squilibrio numerico viene stabilito un meccanismo di ridistribuzione fra tutti i Paesi membri. Secondo le nuove regole ogni Paese potrà accogliere al massimo il 150% della sua capacità: gli altri verranno redistribuiti.

Ma in sostanza cosa cambierebbe per il nostro Paese qualora il piano dovesse entrare in vigore? L’Italia dovrà registrare e identificare chi arriva, sino al raggiungimento del 150% della quota stabilita. A quel punto scatterà la condivisione con gli altri Paesi, che dovranno, a loro volta, accogliere i profughi. Qualora si rifiutassero di farlo dovranno sborsare una cifra importante, si parla di 250mila euro per ogni profugo rifiutato. Ma l'importo potrebbe cambiare.

Come scrive La Stampa l’Italia si è battuta molto, in sede Ue, per fissare regole precise in grado di riequilibrare gli sforzi tra chi, come il nostro Paese e la Grecia, è luogo naturale di approdo, e chi, invece, non lo è. Il sistema inizialmente studiato prevedeva la ricollocazione dei richiedenti asilo sulla base di quote prestabilite. Ma gli Stati membri non hanno trovato l'accordo. Così sembra rafforzarsi l'ipotesi di quote di migrazione stabilite sulla base di alcune variabili: Pil, numero di abitanti e altri fattori.

Su tale base si stabilirà l’emergenza in caso di variazione del 150% e, in quel caso, partirà la redistribuzione con quote percentuali prefissate. Il "rifiuto" di uno Stato (che costerà caro) potrà valere per un massimo di 12 mesi. Poi, in teoria, bisognerà ripagare.

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