"Pronto a incontrare Macron". Ma Salvini detta tre condizioni

La Francia richiama l'ambasciatore. Crisi diplomatica senza precedenti. Salvini: "Siamo pronti a voltare pagina". Ma detta a Macron le condizioni

"Pronto a incontrare Macron". Ma Salvini detta tre condizioni

La Francia richiama l'ambasciatore a Roma, Christian Masset. Una mossa diplomatica senza precedenti che arriva al culmine di una tensione diplomatica sull'asse Roma-Parigi. La portavoce ha precisato che l'ambasciatore è stato richiamato "per consultazioni" dopo che "per vari mesi la Francia è stata soggetta ad attacchi infondati e senza precedenza, dichiarazioni oltraggiose" dei leader italiani. Matteo Salvini si dice "pronto e disponibile" a "voltare pagina" per "il bene del popolo" italiano. Ma per farlo i francesi devono rispettare tre "questioni fondamentali" che per il governo italiano sono fondamentali.

Il 21 gennaio scorso il ministero degli Esteri francese aveva convocato la nostra ambasciatrice a Roma, Teresa Castaldo, dopo le parole del vice premier Luigi Di Maio sulla "moneta coloniale". Dichiarazioni che il Quai d'Orsay, ricevendo l'ambasciatrice, aveva definito "inaccettabili". Le tensioni delle ultime ore sono il nuovo capitolo di un rapporto che, da quando si è insediato il governo gialloverde, è stato condizionato da un confronto spesso aspro sul tema dell'immigrazione. Così, dopo che ieri la portavoce del ministero per gli Affari europei francese ha definito "una provocazione inaccettabile" l'incontro tra Di Maio e una delegazione di gilet gialli, ecco arrivare il richiamo dell'ambasciatore denunciando "attacchi senza precedenti e ingerenze ingiustificabili". Attacchi che, secondo Parigi, non si verificavano "dalla Seconda guerra mondiale". La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata appunto la visita del vicepremier grillino ad alcuni esponenti del movimento dei gilet gialli che da quasi tre mesi protesta contro il presidente Emmanuel Macron. "Le ultime ingerenze - si legge nella nota - costituiscono una provocazione aggiuntiva e inaccettabile".

Mentre Parigi alza i toni, da Roma arriva una sorta di ultimatum. Salvini si è, infatti, detto "pronto e disponibile" a "voltare pagina con la Francia" per "il bene del popolo" italiano. Ma ha anche elencato "tre questioni fondamentali" di sua competenza che si aspetta che vengano risolte, al più presto, da Parigi. In primis, il blocco totale e definitivo dei respingimenti alle frontiere. Dal 2017 a oggi si parla di oltre 60mila immigrati. Tra questi anche bambini e donne abbandonate in mezzo ai boschi. Al secondo punto Salvini mette la restituzione dei terroristi rossi italiani (una quindicina, in tutto).

Si tratta di condannati che fanno la bella vita con la residenza in Francia. All'ultim punto, chiede rispetto per i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. "Noi - ha concluso - siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo".

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