Con il riaffacciarsi del proporzionale, la sinistra radicale si lecca i baffi. E non parliamo dei baffi brizzolati di D'Alema, che di sinistra oggi ha ben poco. E neppure di quelli bianchi dell'ottantenne Occhetto, ripudiato a vita da circa un terzo dei comunisti, da quando nel 1989 annunciò di sciogliere il Pci (alla «Bolognina»).
Parliamo della sinistra vera, quella incarnata dai vecchi comunisti, ancor oggi coerenti con le proprie idee, dinosauri ormai dati per estinti con il Big Bang alle Politiche del 2008. Nove anni senza mettere piede in Parlamento, adesso vogliono tornare, con lo stesso abito, ma ripulito dalle macchie del passato. E il proporzionale dà loro l'occasione di risvegliarsi da questo lungo letargo.
Uno dei dinosauri non ancora estinti è Paolo Ferrero (56 anni), segretario di Rifondazione Comunista dal 2008, dopo i 12 anni di Bertinotti, forse l'unico vero ministro comunista della storia repubblicana (alla Solidarietà sociale con Prodi dal 2006 al 2008), forse l'unico a sinistra ad essere rimasto integerrimo e coerente con le proprie idee. «Dopo l'esperienza di governo sono tornato a lavorare part-time in Regione Piemonte come impiegato di livello C, all'assessorato all'Agricoltura per i servizi vitivinicoli, a 720 euro al mese. Aggiungendo il compenso da segretario di Rifondazione arrivo a 1.700. Ma va bene così. Noi comunisti pensiamo che la questione morale sia la prima questione del Paese, come diceva Berlinguer. Uno che ha fatto il ministro qualche vantaggio poteva trarne, ma io non li ho cercati perché credo ancora che la politica non debba produrre privilegi». Più che un dinosauro, visto così Ferrero sembra un alieno. E se Occhetto dice che «servirebbe una rifondazione del Pd», Ferrero replica: «No, servirebbe una sinistra. Per questo siamo concordi col proporzionale che ricordo venne cancellato proprio da Occhetto, uno dei tanti disastri che ha fatto aprendo la strada al bipolarismo, che ha consegnato tutto lo spazio politico a due schieramenti liberisti, Forza Italia e Pd che sulle questioni di sostanza la pensano allo stesso modo, infatti hanno governato insieme a Monti».
I comunisti, quelli veri, si stanno riorganizzando per costruire una sinistra anti liberista e plurale con dentro socialisti, ambientalisti, centri sociali, sinistra italiana e civatiani. Fuori dalemiani e bersaniani che al centrosinistra «hanno fatto più male di Berlusconi». Fuori i rizziani che credono nei totalitarismi. «Vogliamo persone coerenti, tra quello che dicono e quello che fanno, non solo quelli che hanno antipatico Renzi».
Ferrero lavora per costruire uno spazio politico, «dove tutti quelli di sinistra possano ritrovarsi a casa, non roba che ha già dei generali.
Il proporzionale darebbe l'opportunità alla gente di scegliere in chi crede in modo che ognuno valga uno. Oggi chiunque voti, non cambia nulla».E Ferrero ha già un nome. «La Sinistra, e basta. Se vogliono l'Ulivo se lo rifanno da soli. La Sinistra va costruita senza chiedere abiure o scioglimenti a nessuno».
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