La prova che Malta ha mentito: "Sos, fate sbarcare la Aquarius"

La Valletta ha sempre sostenuto di non aver ricevuto allerte sulla nave. Ecco il documento che li smentisce

La prova che Malta ha mentito: "Sos, fate sbarcare la Aquarius"

«Per fornire il prima possibile assistenza ai migranti e per la loro sicurezza vi chiediamo di sbarcarli a Malta garantendo l'ingresso della motonave Aquarius nel vostro porto». La comunicazione urgente su carta intestata del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti spedita dal Centro di soccorso della Guardia costiera di Roma ai maltesi dimostra che il governo de La Valletta ha fatto come sempre orecchie da mercante rifiutando lo sbarco dei migranti. Lo stesso premier Joseph Muscat ha mentito dichiarando che «non risulta» una richiesta di approdo italiana.

Il documento in mano al Giornale dimostra il contrario. Il 10 giugno l'Mrcc, il centro di soccorso della Guardia costiera, invia il fax urgente alla controparte maltese. «Cari signori, vi informiamo che la motonave Aquarius ora all'interno delle acque di ricerca e soccorso di Malta è stata coinvolta il 9 giugno in sei casi di soccorso e ha a bordo circa 700 persone», si legge nelle prime righe. Roma fornisce l'esatta posizione dell'unità con tanto di latitudine e longitudine. E poi aggiunge, per sottolineare che La Valletta è il porto sicuro più vicino, che la nave delle Ong Sos Mediterranee ed Msf dista «64 miglia da Malta, 99 da Lampedusa e 121 dalle coste meridionali siciliane».

Gli italiani fanno presente ai maltesi che a bordo ci sono migranti in «cattive condizioni di salute oltre a donne e bambini». E «per la loro sicurezza» l'Italia chiede secondo «il capitolo 3 della convenzione di Amburgo» che impone la collaborazione fra Stati nel soccorso in mare di «sbarcarli a Malta».

Da La Valletta fanno i furbetti e neppure rispondono lasciando che l'ondata buonista si scagli contro il «fascista» Salvini, ministro dell'Interno che dice no all'attracco dell'Aquarius in Italia. E nessuno critica Malta. Il bello è che pure l'Ong che ha i suoi medici a bordo della nave in un comunicato del 12 giugno scrive: «Per Msf l'opzione migliore è sbarcare al più presto le persone soccorse nel porto sicuro più vicino, a Malta o in Italia».

Nel 2017 sono arrivati sull'isola europea appena 23 migranti e nei porti italiani 171mila. L'anno prima erano due in più. Muscat ha chiuso il porto de La Valletta, come sta facendo Salvini, dopo che nel 2008 erano sbarcati oltre duemila migranti su 460mila abitanti. E negli ultimi giorni sono arrivati in Italia altri 1495, che in realtà erano stati soccorsi in acque di competenza libica e maltese. Gli ultimi sono i 519 sbarcati la scorsa notte da nave Diciotti della Guardia costiera italiana.

La settimana scorsa il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, titolare di un'ampia inchiesta sulle Ong ha spiegato: «Il centro di soccorso italiano in mare interviene in un'area Sar che è stata estesa a 1,5 milioni di chilometri quadrati, circa, a causa del disimpegno delle autorità maltesi () lungo la rotta del mare Mediterraneo centrale, che, sistematicamente, rifiutano l'utilizzo dei loro porti per l'approdo». La nostra effettiva zona Sar, di mezzo milione di chilometri quadrati «non è direttamente confinante con le acque territoriali libiche - ha sottolineato Zuccaro -. Tra le due aree si interpone la Sar maltese, che è di 250mila chilometri quadrati, dove Malta si rifiuta di intervenire alle richieste di soccorso».

Non a caso il governo di centro sinistra,

amico del Pd, al potere a La Valletta ospita furbescamente la flotta rimasta delle Ong. Sei navi più due aerei di un gruppo di volontari francesi, che partono sempre da Malta, ma non sbarcano mai un solo migrante sull'isola.

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