Roma - Primo: «Ormai da settimane Salvini fa lo stesso gioco di Renzi». Secondo: «Andare al voto senza una legge elettorale che ci consenta di allearci assicurandoci un peso specifico è un suicidio che porterà la Lega all'irrilevanza». Terzo: «Purtroppo temo non ci sia molto da fare. Salvini si è messo in testa di fare il premier e pur di arrivare al suo obiettivo è disposto a tutto, persino a sacrificare la Lega». Il secondo tempo dello scontro andato in scena venerdì scorso durante il Consiglio federale del Carroccio si tiene in pieno Transatlantico. Manca uno dei protagonisti, certo. Ma come mai prima Umberto Bossi è tranchant nei confronti del segretario della Lega Matteo Salvini. D'altra parte, la rottura tra i due non è solo politica, ma umana e personale. Al punto che il fondatore della Lega continua incredibilmente ad essere l'unico deputato escluso dalla mailing list del gruppo parlamentare della Camera, quello in cui si dà comunicazione degli orari delle sedute e delle indicazioni di voto del gruppo (gli viene inviata solo la mail con le proposte di legge). Non è un caso, dunque, che venerdì scorso Salvini abbia chiuso la querelle con Bossi con un affondo non proprio elegante: «Caro Umberto, il tempo passa per tutti...». Il Senatùr ha incassato senza replicare, ma ieri alla Camera per la prima volta non ha avuto remore nel puntare il dito contro un Salvini che «ha la certezza assoluta che si vada a votare a giugno». Come mai? «Non chiedetelo a me», risponde Bossi che si guarda bene dal raccontare quello che a via Bellerio è ormai un tormentone. In Lega, infatti, si racconta che in queste settimane Salvini e Matteo Renzi si sentano con una certa frequenza, uniti dal comune obiettivo di andare alle urne il prima possibile. E sarebbe stato proprio l'ex premier ad assicurare il segretario della Lega sul fatto che «certamente» si voterà a giugno.
E lei è d'accordo sull'andare alle urne il prima possibile?
«Sì. Ma prima bisogna modificare la legge elettorale, possibilmente puntando ad un sistema elettorale che assicuri alla Lega un suo peso specifico. E questo lo si può fare solo grazie alle alleanze, prima fra tutte quella con Berlusconi».
Restando questa legge, dunque, esclude la possibilità di un'unica lista con Lega, Forza Italia, e Fratelli d'Italia?
«Berlusconi non ci starebbe. Insieme in coalizione sì, non nella stessa lista».
Per questo spera in una nuova legge elettorale?
«Mi auguro che si faccia perché correndo da soli conta poco quanti voti si prendono, soprattutto se quei voti finiscono per essere irrilevanti perché non ti allei con nessuno e ti sei tagliato i ponti alle spalle».
Ed è questo che secondo lei sta facendo Salvini?
«Salvini si è messo in testa di fare il premier e pur di arrivare al suo obiettivo è disposto a tutto, persino a sacrificare la Lega».
I sondaggi danno il Carroccio sopra al 10% però...
«Infatti Salvini ha i sondaggi, non i voti. Lo dimostra quel che è successo a Milano. Mi spiace per lui, ma temo non sappia fare molto bene i conti. Non è un caso che Renzi insista per andare a votare subito. Lo fa anche perché vede un centrodestra completamente disgregato e pensa che alla fine il voto utile andrà al Pd».
Durante il Consiglio federale di venerdì cosa è successo?
«Gli ho detto chiaro e tondo come la penso. E non sono l'unico a vederla così. Si è alzato anche Roberto Maroni per dire che con Berlusconi non si può rompere. O meglio, per dire che se rompi con Forza Italia a livello nazionale lo fai da tutte le parti, quindi anche in Lombardia e Veneto, due Regioni che senza di loro non potremmo più governare».
In Lega c'è chi sostiene che Salvini punti al voto anche per evitare il congresso. È d'accordo?
«Salvini ha paura del congresso e di quel che potrebbe succedere».
Qualche giorno fa è stato a cena ad Arcore. Berlusconi qualche critica su Salvini l'ha fatta?
«Berlusconi non parla mai male di nessuno. Sono io quello che parla male qui...».
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