New York Uno psicologo per robot: è questa l'ultima novità in fatto di intelligenza artificiale. Secondo alcuni esperti citati dal sito Axios se i robot imparano a pensare come esseri umani, un giorno potrebbero essere soggetti a disturbi simili a stress, depressione e altri problemi mentali, e avere bisogno di un terapeuta ad hoc. Vahid Behzadan, dottorando presso la Kansas State University e coautore dello studio, spiega che anche l'attuale generazione di algoritmi per l'apprendimento automatico può mostrare un comportamento paragonabile a quello di un essere umano con problemi cognitivi. L'intelligenza artificiale (AI) può insomma imparare a comportarsi in modo distorto e con azioni apparentemente ossessive o compulsive. Ad esempio, un robot per la pulizia della casa che è programmato per ricevere una ricompensa ogni volta che finisce di riordinare, invece di fare il suo lavoro e mantenere una zona senza macchie potrebbe essere incline a creare ripetutamente pasticci in modo da ricevere la ricompensa ogni volta che pulisce. E i robot possono anche imparare il cattivo comportamento dagli altri: gli scienziati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) hanno fatto un esperimento creando un'intelligenza artificiale che si comporta come uno psicopatico, alimentandola con i commenti di Reddit (il celebre social news americano). Microsoft accidentalmente ha fatto lo stesso, lasciando che uno chatbot di nome Tay (ossia un software progettato per strutturare una conversazione con un essere umano) apprendesse dagli utenti di Twitter. Alcuni esperti, inoltre, sono convinti che le AI più sviluppate potrebbero essere sensibili a disturbi più complessi. Zachary Mainen, neuroscienziato del Centro Champalimaud in Portogallo, ipotizza che i robot possono mostrare segnali di depressione se il loro tasso di apprendimento è troppo basso e non riesce ad adattarsi all'ambiente circostante. Secondo Jim Crowder, ricercatore veterano dell'intelligenza artificiale, non tutte le emozioni «negative» sono dannose: lo stress, a suo parere, potrebbe scatenare nel robot una sensazione di urgenza, in una situazione dove la posta in gioco è molto alta.
Nel frattempo, i robot possono però essere utilizzati come terapeuti per gli esseri umani. La psicologa della Stanford University Alison Darcy ha inventato un'app che funziona come uno psicoterapeuta virtuale: si chiama Woebot ed è un programma di intelligenza artificiale in grado di interagire con gli utenti via chat, che promette di aiutare chi soffre di depressione e ansia. Darcy, Ceo e fondatore di Woebot Labs, ha spiegato che l'app riceve oltre due milioni di conversazioni a settimana e raggiunge gli utenti di tutto il mondo.
La sua principale missione è quella di utilizzare la tecnologia per migliorare l'accesso ai servizi di salute mentale, e il motto di Woebot è: «Sono pronto ad ascoltare, 24 ore su 24, senza divani o medicine, solo con strategie per migliorare il tuo umore».
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