Quei presepi oltraggiati, nuova barbarie italiana

Un bambinello rapito a Bergamo, un altro impiccato a La Spezia. Fedeli indignati, la Digos indaga

Quei presepi oltraggiati, nuova barbarie italiana

Profanazioni. Il Bambinello impiccato. San Giuseppe decapitato. Gli orrori del presepe. Dalla Liguria alla Lombardia l'anno vecchio si chiude con lo sfregio al simbolo per eccellenza della nostra tradizione cristiana. Una volta episodi come quelli registrati a La Spezia e a Dorga, in provincia di Bergamo, sarebbero stati classificati alla voce bravate. Oggi, sotto l'onda montante del terrorismo islamico e nel generale imbarbarimento dei costumi, tutto diventa più oscuro. Più indecifrabile. Più angosciante. Come se un nemico invisibile strisciasse fin dentro le nostre case per buttare all'aria le nostre certezze e perfino le nostre abitudini.Forse è così, forse no. Tutti i giorni il vento della polemica soffia impetuoso: via i magi, anzi no, però trasformiamoli in donne secondo uno schema politicamente corretto; via il passato, via tutto il presepe. In realtà, Gesù e i pastori sono una presenza amata da centinaia di anni e così tutti restano smarriti quando dalla parole e dalle provocazioni si passa alle devastazioni con intento sacrilego.Il fatto più preoccupante accade a Pitelli, frazione di La Spezia: qualcuno preleva Gesù Bambino dalla mangiatoia e lo appende con una corda al collo. Spettacolo feroce e oltraggioso. La comunità locale è sconvolta. Fra l'altro lo scempio viene considerato un'offesa anche al mondo laico che si era mobilitato per raccogliere intorno alla Natività fondi per la lotta alla leucemia. Tutto annegato in questa cornice di ottusa inciviltà. Ora tocca alla Digos indagare per saperne di più. La prima ipotesi, la più semplice e in fondo la meno inquietante, è che l'autore sia un ragazzo della zona, convinto magari di compiere chissà quale storica impresa.

Ma non è detto che sia così. Troppi i nemici della nostra storia. Troppi i rancori diffusi nella nostra società. E troppe le bandiere di chi vuol sovvertire l'ordine, inteso nel senso migliore della parola. E poi, inutile girarci intorno, il pensiero corre rapido al terrorismo di matrice islamista, se non altro per un riflesso condizionato. Per la verità non ci sono segnali che spingano in quella direzione, anzi qualunque connessione con quel mondo pare azzardata. E però questo è il clima in cui viviamo ormai quotidianamente, fra attentati, falsi allarmi e leggende metropolitane. Il vescovo di La Spezia Luigi Ernesto Palletti parla di «un'azione esecrabile e ingiustificabile».Ma il bollettino di guerra non finisce qua. Vandali in azione anche a Dorga, in Valle Seriana. Ad essere presa di mira è la capanna fuori dalla chiesa parrocchiale. La statua di San Giuseppe perde la testa, Gesù bambino vien rubato e poi ritrovato con un dito rotto.In questo caso gli accertamenti sono affidati ai carabinieri. Sarà interessante vedere, da un paese all'altro, dove arriveranno le forze dell'ordine. La confusione, quasi una roulette, rende credibili almeno in prima battuta ipotesi assai diverse. Non è certo la prima volta che qualcuno si accanisce contro il cuore della pietà e della devozione. Ma oggi tracciare il profilo della mano sacrilega diventa un lavoro complicato.

Certo, il Natale tradizionale diventa sempre più difficile fra paure, amnesie, disquisizioni sul valore di una presunta laicità. Ci sono scuole in cui Gesù Bambino non può più entrare. E luoghi in cui viene preso a martellate.

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