Calci, schiaffi, tirate di capelli. Giulia, 15 anni, è stata malmenata da due nomadi sotto lo sguardo indifferente di decine di persone. L'adolescente è stata «punita» da una coppia di zingari per aver sventato un borseggio lunedì all'ora di punta dentro un autobus pieno di gente. Una scena raccapricciante a cui Roma non è nuova. Solo una decina di giorni fa, stesso copione all'interno di un convoglio della metro B nei pressi di piazza Bologna, dove un uomo è stato ridotto in di vita, davanti alla madre, da due napoletani in «trasferta» a cui chiedeva di smettere di fumare. Anche quel pestaggio è avvenuto senza che nessuno intervenisse.
L'indifferenza nella capitale regna sovrana. A denunciare l'episodio è Nicola Franco, esponente della destra capitolina, consigliere municipale di Fratelli d'Italia e papà di Giulia, 15 anni appena, ma coraggio da vendere.
«Lunedì attorno alle 13.30 mia figlia è salita sul 451 tra Quarticciolo e Viale Palmiro Togliatti - racconta il papà su Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università Niccolò Cusano -. L'autobus era stracolmo, pieno di studenti come lei. All'improvviso sono saliti 4 o 5 nomadi, alcuni dalla porta posteriore altri da quella anteriore. Giulia ha visto che due rom, un uomo e una donna, stavano per borseggiare una ragazza girata di spalle. In molti hanno notato scena, ma nessuno ha fatto nulla per avvisare la poveretta. Mia figlia allora si è alzata in piedi, si è avvicinata alla coetanea e l'ha avvertita». A quel punto, nel menefreghismo generale, Giulia è stata aggredita.
I due rom l'hanno prima insultata, poi sono passati ai fatti. «L'hanno presa a schiaffi, calci e spinte - dice Nicola Franco -. L'aggressione è durata qualche minuto, tutti hanno visto, ma nessuno ha fatto nulla. Qualcuno la guardava negli occhi come per dire mi dispiace ma non ce la faccio ad aiutarti. Questa è la cosa che fa più male: è come se fossimo abituati a questo clima, c'erano tanti adulti su quell'autobus, nessuno ha mosso un dito o detto una parola».
«Mia figlia è riuscita a scendere dall'autobus - prosegue l'uomo - ha chiamato la mamma che l'ha raggiunta e insieme hanno fermato una pattuglia della polizia. Hanno spiegato agli agenti l'accaduto, ma era successo tempo prima e le forze dell'ordine hanno replicato dicendo ma adesso dove andiamo a cercarli, è passata mezz'ora, Roma è grande».
Nicola Franco sul profilo Facebook si è rivolto agli italiani lamentando la perdita del senso di solidarietà.
«Da quando è successa questa cosa non riesco più a vivere - conclude - ho passato la giornata a scandagliare ogni accampamento zingari tra il Quarticciolo e Cinecittà. Ho ripreso quell'autobus e rifatto il percorso alla stessa ora. E così farò domani, dopodomani e i giorni a seguire finché non troverò chi ha fatto del male a Giulia».
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