Il caso Riina-Vespa? «È stato un vulnus per la Rai, nel palinsesto nuovo di Raiuno, Porta a porta non sarà l'unico spazio di approfondimento serale». Il talk Virus? «Non ci sarà più, stiamo lavorando a un altro programma affidato a Nicola Porro». Insomma nella nuova tv di Stato, che per ora sta nella mente di Antonio Campo Dall'Orto e che si vedrà effettivamente in onda da settembre, alcune cose si capiscono: i due conduttori, che - si sa - non fanno riferimento all'area vicino al centrosinistra, verranno in qualche modo ridimensionati o comunque, nel caso di Porro, non continueranno nella strada seguita finora. Certo sono in buona compagnia: perché anche Ballarò, la storica trasmissione «rossa» subirà una profonda mutazione e non sarà condotta da Massimo Giannini.
Incalzato da Giovanni Minoli che ha tentato in tutti i modi di strappare risposte concrete al «fumoso» ospite, il direttore generale ha di fatto ufficializzato i «ben servito» ai tre giornalisti (di cui si vociferava da settimane) in un incontro al Festival della televisione in corso a Dogliani nelle Langhe. Partiamo dal caso Vespa. La vicenda dell'intervista al figlio di Riina che ha scatenato indignazione e polemiche a non finire (in primis da parte della famiglia di Borsellino) «obbliga - dice il dg - a una profonda riflessione». In particolare permettere a Riina junior di firmare la liberatoria per la messa in onda dell'intervista dopo averla realizzata (e non prima come è prassi) «è stato un vulnus per l'azienda». Conseguenze di tutto questo? Vespa da settembre non sarà più il solo titolare dell'approfondimento di seconda serata del primo canale. Se da anni si cercava un modo per ridimensionare Porta a porta, stavolta Vespa ha servito l'appiglio su un piatto d'argento ai suoi «nemici». Dunque, «si sta lavorando - dice in burocratese Campo Dall'Orto - per definire nuovi format di racconto, informazione e intrattenimento». Tradotto significa che le serate di Vespa diminuiranno rispetto alle attuali quattro. E che in quelle libere andranno in onda altri tipi di programmi di informazione, non necessariamente dei talk. In più, Porta a porta, come tutti gli altri approfondimenti, sarà sottoposto a una nuova supervisione, che il dg definisce «confronto», ma che nella realtà si traduce in «controllo preventivo». Compito affidato alla nuova squadra capitanata da Carlo Verdelli, Francesco Merlo e Pino Corrias con l'intento, tra gli altri, di impedire che accadano di nuovo «casi sensibili come quello dell'intervista a Riina».
Per Nicola Porro si profila invece la chiusura di Virus, il talk di RaiDue arrivato alla terza edizione. Secondo il dg il programma non ha trovato una giusta identità e quindi va ripensato. «Non sono contro i talk - dice - ma devono trovare una loro forma». Quale sarà quella del nuovo programma affidato a Porro, e soprattutto se avrà lo stesso spazio in palinsesto, non è dato sapere. E veniamo a Ballarò, che cambierà formula e pure conduzione, ma non è ancora deciso come muterà e chi la guiderà: il dg esclude che a sostituire Massimo Giannini saranno chiamati Andrea Vianello o Alessandro Cattelan come era stato ventilato. Tante le questioni sul tappeto. Il caso di Francesco Merlo, di cui si è annunciata l'assunzione come vice direttore senza sapere che, essendo un pensionato, non poteva ricevere questo incarico? «È stato un errore di valutazione dell'ufficio personale».
I troppi dirigenti presi fuori dalla Rai, in particolare dal mondo Mtv-La7? «Il fatto non sussiste, ho preso persone che servono per far lavorare meglio il personale interno e sono pochissime quelle arrivate da La7». Chi vorrebbe avere in Rai: Bonolis, Crozza? «Sono nomi di fuoriclasse della tv, tutti li vorrebbero avere».
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