Il giorno "x" per le nomine Rai sta per arrivare, ma c'è già chi ha smontato il pacchetto a cui aveva a lungo lavorato l'amministratore delegato Fabrizio Salini. A innesacare l'effetto domino e far saltare tutto all'aria starebbe stato il veto dei 5 Stelle su Mario Orfeo direttore del Tg3.
Sulle nomine, previste per domani mattina con la riunione programmata del Cda di viale Mazzini, la guerra è ancora aperta. L'intero sistema del servizio pubblico, dalle reti ai tg, non sarà quindi (per il momento) rivisto e in consiglio si parlerà solo di piano industriale, patrimonio immobiliare, radiofonia e altri temi che sono inseriti nell'ordine del giorno dei lavori.
Le nomine
Secondo quanto riporta l'Agi, il pacchetto di Salini prevedeva ricambi a tutte le reti del servizio pubblico: Stefano Coletta avrebbe preso il posto di Teresa De Santis alla direzione di Rai1; Marcello Ciannamea in pole position, seguito da Ludovico Di Meo, per la seconda rete, da dove esce Carlo Freccero; Silvia Calandrelli o Franco Di Mare per Rai3 al posto di Stefano Coletta; Giuseppina Paterniti al canale delle all news (ma si è parlato anche di Alessandro Casarin, attuale direttore della Tgr), lasciando scoperto il Tg3 destinato appunto a Mario Orfeo. Antonio Di Bella da RaiNews coordinerebbe l'intera area news, ma secondo alcune indiscrezioni potrebbe divenire corrispondente da Washingotn in vista delle presidenziali Usa del 2020. Infine, si è parlato di Angelo Teodoli, chiamato ad avere nuovamente un incarico apicale, e potrebbe essere la direzione generi o contenuti.
Ma dal pacchetto nomine spunta però il veto del M5S su Mario Orfeo, già direttore di Tg2 e Tg1 e direttore generale Rai con la presidenza di Monica Maggioni. Per dare potere e una posizione importante al Pd di Nicola Zingaretti, l'ad Salini aveva pensato proprio alla nomina di Orfeo per la guida del telegiornale della terza rete. Un nome che non avrebbe neanche scontentato troppo la coalizione di centrodestra, ma sul quale i pentastellati sono stati categorici: no.
E questo rappresenta un bel problema per Fabrizio Salini che, come ricorda l'agenzia, deve anche fronteggiare il pericolo di un ulteriore taglio alle entrate Rai derivanti dal canone, visto che un emendamento alla legge di Bilancio sollecita un -10%. Un taglio che costringerebbe l'ad a rivedere il Piano industriale triennale.
Come sempre le nomine Rai si rivelano un rompicapo impossibile da risolvere, almeno al primo tentativo. La discussione slitterà quindi al prossimo Cda in calendario o ad uno straordinario che potrebbe essere convocato quando sarà trovato l'accordo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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