Dalla rivoluzione sessuale del 68, la Chiesa ha avuto un «collasso morale». Ed è proprio da quella rivoluzione che ebbe origine il dramma degli abusi sessuali sui minori. Il Papa emerito prende carta e penna, rompe il silenzio e interviene su un tema tanto scottante quanto delicato come quello della pedofilia nella Chiesa. Lo fa in un dossier di 18 pagine con il quale intende fornire «qualche indicazione che possa essere di aiuto in questo momento difficile» e «in seguito alla diffusione delle sconvolgenti notizie di abusi commessi da chierici su minori». Il testo, pubblicato sul mensile tedesco Klerusblatt, e ripreso da alcune testate conservatrici, come Catholic News Agency e Catholic Herald, arriva dopo il vertice voluto da Papa Francesco con i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo sul tema della tutela dei minori, lo scorso febbraio.
Nel lungo articolo, il Papa emerito, che precisa di aver pubblicato queste «note» dopo aver sentito il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e lo stesso Papa Francesco, esordisce tracciando dapprima un quadro complessivo della società e afferma che «nei venti anni dal 1960 al 1980, i precedenti standard normativi relativi alla sessualità sono collassati interamente, ed è nata una nuova normativa che da quel momento è stata il soggetto di elaborati tentativi di spaccatura».
«Tra le libertà che la Rivoluzione del 1968 voleva conquistare scrive Joseph Ratzinger - c'era anche la completa libertà sessuale, che non tollerava più alcuna norma. La propensione alla violenza che caratterizzò quegli anni è strettamente legata a questo collasso spirituale». Insomma, nel '68 «iniziò il collasso spirituale della teologia morale, con la pedofilia che diviene permessa e sconveniente». «Mi sono sempre chiesto aggiunge il Papa emerito come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l'enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi». E cita anche esempi. «Nei seminari si formarono club omosessuali, i miei libri erano censurati e i giovani sorpresi a leggerli considerati non idonei al sacerdozio». Poi l'accusa più grave: «La Santa Sede sapeva di questi problemi». E la critica ai vescovi che «rifiutano la tradizione cattolica» in nome di «un nuovo rapporto con il mondo» e una «moderna cattolicità». É per tutto questo che, negli anni Ottanta, la pedofilia inizia a diventare «una questione scottante». E Ratzinger detta anche una linea garantista. «Devono essere garantiti soprattutto i diritti degli accusati e questo fino al punto da escludere di fatto una condanna».
La pedofilia, infine, ha potuto «raggiungere una dimensione del genere» a causa «dell'assenza di Dio nella società occidentale, nella quale Dio nella sfera
pubblica è assente». La conclusione? «Il peccato e il male ci sono chiosa Ratzinger - ma anche oggi c'è pure una Chiesa santa che è indistruttibile». Con un ringraziamento allo stesso Francesco «per tutto quello che fa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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