Roma Come riflesso della guerra a Gaza, non c'è pace per la comunità ebraica romana. Dopo le svastiche, i manifesti e le scritte antisemite apparse per le strade della Città eterna a fine luglio, e cancellate al ritmo di 60 al giorno, la capitale concede il bis.
Se due giorni fa tre esponenti dell'estrema destra romana tra i 20 e i 53 anni, ritenuti i possibili autori delle scritte del 27 e 28 luglio scorsi, erano finiti nel registro degli indagati, ieri mattina sono spuntati nuovi manifesti contro Israele. Che se la prendono, in realtà, con i negozianti ebrei di Roma. Sotto il disegno di un ragazzo palestinese imbavagliato dalla scritta « anti-semitism », c'è l'elenco di 47 attività commerciali (negozi di abbigliamento, B&B, ristoranti, panifici e macellerie) di Roma, con l'invito a boicottarle insieme a «ogni tipo di prodotto e commerciante ebraico», per «contribuire a fermare il massacro del popolo palestinese». Insomma, i venti di guerra che soffiano dalla striscia di Gaza continuano a far da pretesto per la proliferazione di scritte antisemite, insulti e boicottaggi alla comunità ebraica di Roma, messa all'indice in quanto «finanziatrice» di Israele e dei suoi armamenti.
I nuovi manifesti sono firmati «Vita est militia», e sono stati affissi nella notte di venerdì su diversi palazzi in viale Libia, in corso Trieste, in piazza Bologna e in via Orsola, ma già in tarda mattinata erano stati tutti rimossi dalle idropulitrici dell'Ama, l'azienda che si occupa del decoro urbano a Roma.
La «firma» fa ovviamente pensare ad ambienti di estrema destra, ma non c'è alcun elemento - a parte il «clima» - che colleghi l'ultimo episodio alle scritte comparse alla fine di luglio e ai tre uomini individuati dalla Digos.
Digos che è al lavoro, adesso, anche per individuare gli autori dei volantini che inneggiano al boicottaggio nei confronti degli ebrei romani. Tra l'altro, sono al setaccio le immagini riprese due notti fa dalle telecamere di sorveglianza di banche e negozi presenti nelle strade interessate dall'attacchinaggio.
Parla di «atto molto grave» il parlamentare Pd ed ex consigliere dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Emanuele Fiano, mentre è «indignato» dal nuovo episodio di antisemitismo il sindaco della capitale, Ignazio Marino. Secondo il primo cittadino, che assicura come Roma sia «al fianco dei commercianti presi di mira», il linguaggio utilizzato nei manifesti «riporta alla mente le liste di proscrizione antiebraiche del nazifascismo». Per l'esponente del Pd questi sono gesti «compiuti da teste vuote», ma poi Marino auspica che i responsabili di questo «inaccettabile schiaffo alla dignità e ai valori di tutte le romane e i romani» vengano «arrestati e severamente condannati».
Al sindaco, peraltro, non sarebbe nuova nemmeno la firma degli ultimi volantini, considerato che a quanto ha detto ieri il primo cittadino «Vita est militia» starebbe affiggendo manifesti «in continuazione» per le strade di Roma, costringendo l'Ama «a impegnarsi a lungo nelle rimozioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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