Roma - Il guanto di sfida Matteo Renzi lo aveva lanciato già a fine ottobre, dicendosi pronto a «mettere il veto sul bilancio europeo» se tutti i Paesi dell'Unione, inclusi quelli dell'Est, non avessero adempiuto agli impegni sull'accoglienza dei migranti, alleggerendo un peso che ora l'Italia porta in gran parte sulle proprie spalle.
Ieri quella che era suonata solo come una minaccia è stata invece concretizzata, ed è toccato a Sandro Gozi, il sottosegretario che ha la delega agli affari europei, di annunciare ufficialmente al tavolo del Consiglio per gli Affari generali di Bruxelles che esiste una formale «riserva» italiana sul documento di revisione del bilancio presentato dalla presidenza di turno slovacca. Un documento che il governo italiano considera non accettabile perché, si spiega, mancano garanzie per l'aumento di risorse «a favore delle nostre priorità»: immigrazione, sicurezza, disoccupazione giovanile o programmi per la ricerca. «Nella giornata di oggi, come avevamo detto, abbiamo messo il primo veto nella discussione sul bilancio a Bruxelles. Lo ha fatto il sottosegretario Gozi a mio nome a Bruxelles», annuncia il premier dalla Sicilia, dove era ieri per una serie di appuntamenti di governo e di campagna referendaria. E sottolinea: «Non accetteremo che con i nostri soldi versati all'Ue altri Paesi costruiscano muri».
La partita, al di là del merito tecnico che pure esiste, ha un chiaro risvolto di politica interna: alzare la voce contro «i burocrati europei», e farsi vedere decisi ad ostacolarne le mosse è - in questa fase - una sicura ricetta per aumentare la popolarità del governo, in funzione di una difficile campagna elettorale per il referendum del 4 dicembre. E le reazioni innervosite delle opposizioni, che alzano la voce parlando di «bluff» o di «finta», dimostrano che la preoccupazione che la mossa possa funzionare c'è. La presidenza di turno Ue accusa il colpo, e il ministro slovacco Korcok ammette che, nonostante «l'ampia maggioranza» degli Stati membri sulla proposta di modifica, «permangono le resistenze dell'Italia e l'astensione del Regno Unito». Ma sottolinea che sul bilancio di un anno si può andare avanti «a maggioranza». Ma l'Italia, assicura Renzi, è pronta a fare la «voce grossa»: «La riserva di oggi è l'anticamera del veto».
Intanto dalla stessa Unione europea arrivano buone notizie per l'Italia, con il via libera, sia pur con la riserva di esprimere un giudizio finale a inizio 2017, alla manovra del governo. «Mi sembra che il nostro messaggio sia stato recepito», dice il ministro dell'Economia Padoan, che sottolinea come in questa fase di grande incertezza mondiale l'Europa «brilli per la propria assenza», e denuncia che «il modello economico» fin qui adottato nella Ue «non funziona». Ma proprio dalla Commissione Juncker è in arrivo, secondo le anticipazioni date ieri da Huffington Post, un documento che apre ad una prospettiva di politiche economiche più espansive e ad una liquidazione degli eccessi dell'austerity di stampo tedesco, con l'invito a rimettere in circolo la ricchezza e ad investire per stimolare la crescita.
Un passo che viene accolto con soddisfazione dal governo italiano e il Pd: il capogruppo Pse Gianni Pittella parla di «vera e propria svolta» e annuncia: «Per la prima voltala commissione spinge ad adottare politiche di bilancio espansive. Altro che austerità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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