Manovra, Renzi: "Giù le tasse". Ma resta il giallo delle coperture

Il premier rottama le slide e sponsorizza la legge di Stabilità in 25 tweet: "Per la prima volta le tasse vanno giù". Ma è un bluff: abolisce le imposte sulla casa, ma rimanda di un anno i tagli per le imprese. Rimanda la flessibilità sulle pensioni e infila il canone Rai nella bolletta elettrica

Manovra, Renzi: "Giù le tasse". Ma resta il giallo delle coperture

Bastano un paio d'ore al Consiglio dei ministri per approvare la legge di Stabilità. Una manovra che, al di là delle vanterie di Matteo Renzi, vale poco e niente. "Sono orgoglioso delle riforme che stiamo facendo, tutto bello - spiega il premier in conferenza stampa - ma se c’è una cifra del nostro governo è il fatto che per la prima volta nella recente vicenda repubblicana le tasse vanno giù, in modo costante e per molti sorprendente". Gli slogan, però, si scontrano con una triste realtà. Le buone notizie sono solo un paio: l'abolizione delle tasse sulla casa e l'aumento del tetto per l’utilizzo del contante a tremila euro. Per il resto è il vuoto. Non solo il premier dimentica le imprese e i pensionati, ma ci propina pure il canone Rai nella bolletta elettrica.

Via le slide, dentro i tweet. La conferenza stampa si trasforma così in uno spot. Venticinque cinguettii per promuovere la manovra. D'altra parte Renzi ragiona sempre a slogan. "La legge di Stabilità contiene molte cose buone", promette. E parte vendendo l'abolizione delle tasse sulla prima abitazione, intervento mutuato dal programma di Forza Italia per mettere una pezza agli sfaceli fatti dai governi Monti e Letta. "Questa manovra abbatte le tasse sulla prima casa ma anche sull’attività delle imprese - fa eco il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan - quindi abbattiamo le tasse su tutto il campo". La realtà, però, è un filino diversa. L'intervento sulla casa ha già trovato l'opposizione del vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, che ha accusato il governo italiano di non seguire i diktat di Bruxelles: "Dovremo discutere con le autorità italiane per capirne le ragioni". Per il taglio dell'Ires, invece, non c'è ancora nulla di chiaro. Tutto è appeso alla flessibilità che Bruxelles sarà disposta a concedere all'Italia. "Se ci verrà riconosciuto dalla commissione Ue lo 0,2%, circa 3,3 miliardi, per l’evento migratorio eccezionale - ammette lo stesso Renzi - anticiperemo al 2016 misure previste per il 2017". Tra queste misure c'è, appunto, il taglio del 25% dell'Ires.

I numeri annunciati dal premier in conferenza stampa sono tutti da verificare. A chi glielo chiede lui si fionda a rassicurare: "Avete sempre questa preoccupazione. State tranquilli. Le coperture ci sono tutte". In realtà, la metà delle coperture sarà garantita da una maggiore flessibilità del rapporto deficit/Pil che, comunque, dovrà ottenere il via libera dall’Unione europea. Il Consiglio dei ministri ha, infatti, varato una manovra che vale poco meno di 27 miliardi nella versione base, cioè senza lo 0,2% di spazio di patto in più per la clausola migranti, e 30 miliardi nella versione "accessoriata". Eppure, oltre ai 5 miliardi di euro racimolati dalla spending review, Padoan non spiega come coprirà tutti gli interventi. Di questi almeno la metà (13,4 miliardi circa) sarà in deficit sfruttando la maggiore flessibilità che Bruxelles dovrebbe accordarci. "Dei 10 miliardi di euro preventivati, solo 5 sono stati confermati - tuona la Cgia di Mestre - la manovra non ha prodotto i risultati sperati".

A partire dalle misure sulle pensioni: no tax area per i pensionati, opzione donna, settima salvaguardia per gli esodati e part time per chi è vicino all’età di uscita dal lavoro. Al momento non c’è la flessibilità in uscita. "Vogliamo evitare - spiega Renzi - interventi che alla lunga si dimostrino per alcuni aspetti complicati".

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