Matteo Renzi è finito nel mirino delle toghe. Il padre Tiziano Renzi è, infatti, indagato per bancarotta fraudolenta dalla procura di Genova che indaga da tempo sul fallimento della Chil Post, società di distribuzione di giornali e campagne pubblicitarie con sede a Genova. Come svela il Secolo XIX, l'iscrizione nel registro degli indagati che risale verosimilmente a diversi mesi fa sarebbe arrivato nei giorni scorsi. Nel mirino dell'inchiesta, affidata al pm Marco Ayroldi e seguita in primissima persona dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, sarebbero finiti anche altre due persone, Antonello Gabelli e Gian Franco Massone, entrambi ex amministratori della società.
La società fondata da Tiziano Renzi è stata trasferita dalla Toscana a Genova nel 2003, prima in via Fieschi, poi nella centrale Galleria Mazzini. Nel 2010 Tiziano Renzi ha ceduto un ramo d’azienda a un’altra società di famiglia dello stesso settore, la Eventi 6 srl, con sede a Rignano sull’Arno (Firenze), mentre la Chil è stata ceduta a Gian Franco Massone, che aveva già una società di consegne. I fatti nel mirino degli inquirenti risalgono, invece, al maggio del 2013 quando la Chil Post è appunto fallita. Il curatore fallimentare avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d'impresa. Tra queste anche uscite di denaro ingiustificate. Al momento della bancarotta, però, il padre del premier aveva già ceduto a un imprenditore genovese la società che, tra il 1999 e il 2004, era intestata a Matteo Renzi e alle due sorelle. Tanto che dalle carte dell'inchiesta risulterebbero contributi figurativi versati anche all'attuale presidente del consiglio. In ambienti toscani vicini a Renzi si rileva, però, che in realtà l’attuale presidente del Consiglio era intestatario di un'altra società nata dalla divisione della Chil Post, e cioè la Chil Srl.
"Ne prendo atto, ringrazio la magistratura perché è un atto a mia tutela, ma essendo io indagato non posso dire niente - si è limitato a dire Tiziano Renzi - appena avrò tempo, a dimostrazione di quanto sono preoccupato, faro un comunicato stampa". Intanto, però, il Fatto Quotidiano è corso a fare le pulci alla sua dichiarazione dei redditi. Nell'ultima avrebbe dichiarato poco meno di 5mila euro, molto meno della moglie Laura Bovoli che, oltre alla pensione da insegnante, può contare su un reddito da lavoro dipendente da oltre 53mila euro, probabilmente come presidente della società di famiglia. "Le indagini sono ancora in corso - ha commentato il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce - non è escluso che ci possano essere altri indagati, a seconda dei ruoli ricoperti all’interno della società".
La notizia, che piomba come un macigno sia su Palazzo Chigi sia sul Nazareno, non può che lasciar spazio al lavoro dei giudici.
Bisogna, infatti, aspettare a vedere se il padre di Renzi verrà rinviato a giudizio o meno. Intanto, per evitare "facili strumentalizzazioni", si è affrettato a rassegnare le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull’Arno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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