Referendum, comitato del "No": "Con Renzi poteri marci"

Presentato il comitato "Lavoratori per il No". Brunetta: "Se Renzi suona le sue trombe noi dobbiamo suonare le nostre campane"

Referendum, comitato del "No": "Con Renzi poteri marci"

No alla riforma della Costituzione e no alla soppressione del Cnel (il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro). È questo lo slogan del comitato "Lavoratori per il No" presentato oggi in vista del referendum a Montecitorio da Renata Polverini e Renato Brunetta (Forza Italia) e appoggiata dal sindacato Ugl.

La riforma messa a punto da Maria Elena Boschi, sostiene il comitato, "disarticola, con la soppressione del Cnel, il confronto tra il governo e i corpi intermedi, depotenzia gli strumenti di democrazia diretta, come i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare, assegna allo Stato il diritto di legiferare indipendentemente dalla volontà dei territori". Non solo: se vincesse il Sì al referendum del 4 dicembre, lo Stato assorbirebbe "le competenze del turismo, dell'energia e dell'ambiente", lasciando alle Regioni i guasti della sanità". Inoltre il testo della riforma "usa un linguaggio incomprensibile rispetto alla pulizia lessicale del precedente testo e volutamente ambiguo per lasciare al legislatore la possibilità di aggirare i principi costituzionali".

"Renzi sta verticalizzando la campagna referendaria", attacca il capogruppo di FI Renato Brunetta, "È lui da solo sui media e sui giornaloni a lui asserviti. Se lui suona le sue trombe noi dobbiamo suonare le nostre campane. Lui mette a disposizione del Sì Palazzo Chigi, il Pd, i poteri marci, la finanza; noi abbiamo il territorio, i lavoratori".

"Il comitato nasce spontaneamente dai lavoratori e da oggi è sostenuto anche dal gruppo parlamentare di FI", spiega Renata Polverini, deputata ed ex segretario generale dell'Ugl, "Il Comitato non vuole consegnare il Paese ad un uomo solo al comando e pone il problema del deficit di dialogo tra organizzazioni sindacali e governo con l'abolizione del Cnel che è anche il custode dell'archivio dei contratti nazionali e questo non è un dettaglio se si pensa al rischio che l'archivio finisca magari all'Inps, il cui presidente è nominato dal governo. Parteciperemo alle loro iniziative (in programma ce ne sono già una trentina) e cercheremo di dare loro forza".

"Il Paese ha sì

bisogno di una riforma costituzionale, ma non di una riforma che cancella spazi di democrazia", ha detto il segretario generale dell'Ugl, Francesco Paolo Capone, "Faremo una lunghissima e durissima battaglia".

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