Insomma: fa caldo, la politica è così spiaggiata come sempre che fa solo sbadigliare, e Repubblica che ti fa? Un bel processo di Norimberga, una piccola piazzale Loreto sotto il sole di luglio, il sublime giochino dell’antifascismo con le pinne, il fucile e gli occhiali. Uno si chiede cosa sia successo, hanno trovato Igor il russo? È uscito fuori un nuovo pizzino sui rapporti Stato- mafia? C’è un nuovo processo a Berlusconi? Macché, lo scandalo si chiama Gianni Scarpa, il quale ha messo su a Chioggia «Playa Punta Canna», una spiaggetta di puro folklore littorio. Così ci si accalora e si organizza una resistenza come neppure Rosa Luxemburg: fategliela chiudere! Arrestatelo! Esposti alla prefettura, alla questura, al Parlamento, a chiunque, con pubblicazioni di immagini e audio scabrosissimi: se vivessimo in uno Stato fascista i repubblichini di Repubblica si sarebbero rivolti direttamente al Duce.
Mamma mia che serietà, che pesantezza, che fascismo dell’antifascismo, come diceva Flaiano, non la sanno prendere sul ridere? No. «Con i suoi inni a Mussolini, le foto dei saluti romani e i “me ne frego”, con i suoi comizi balneari che incitano alla violenza e alla discriminazione, il titolare di “Playa Punta Canna” sfida due leggi del nostro ordinamento: la legge Scelba (che vieta l’apologia di fascismo) e la legge Mancino (sull’odio e la discriminazione razziale)». Mi vengono i brividi. A pensarci sono perfino più fascisti dei fascisti, i repubblichini di Repubblica: non si può esprimere l’odio, lo ordina la legge Mancino, per cui neppure l’amore, che ne è il sentimento complementare.
A me sembra una festa a tema, chi ci vuole andare ci va, chi non ci vuole andare non ci va: ci sarà pure una spiaggia dedicata al Che o a Stalin (ma nel caso invocarne la chiusura sarebbe fascista...). Addirittura è già pronto un nuovo disegno di legge per l’apologia di fascismo, proposto dal Pd, mentre come al solito continua a mancare il reato di apologia di comunismo, altrimenti farebbero chiudere Sinistra italiana, altro che «Playa Punta Canna».
Ci sono stati incidenti spiacevoli a «Playa Punta Canna »? Si sono menati? Hanno somministrato olio di ricino a un dissidente che voleva leggere Repubblica sotto l’ombrellone? No, neppure uno, solo cartelli piazzati qua e là e molte foto di Mussolini. A me, che odio le spiagge, è venuta voglia di andarci, a «Playa Punta Canna», mi sembra che ci sia molto da divertirsi con questo signore un po’ fuori di testa ma che di certo non sta preparando un putsch. I proclami? Con il megafono, sul bagnasciuga, registrati e diffusi da Repubblica quasi avessero fatto lo scoop del secolo. Per la libertà di difendere a mano armata la proprietà privata, l’hai detto quale enormità fascista (è una cosa americana, piuttosto), oppure contro la democrazia («A me la democrazia fa schifo. Io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime»), se non l’avessi saputo avrei pensato a un ennesimo comizio di Beppe Grillo. «A casa mia si vive in totale regime», lo dice sempre anche mia mamma da quando sono piccolo. Il contenuto dei cartelli? Ammonimenti a rima baciata («servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti»), avvisi di territorialità dittatoriale («Zona antidemocratica e a regime, non rompete i coglioni »), puro divertissement di goliardia nostalgica, ditemi voi chi può prenderlo alla lettera.
Tra l’altro sono così scandalizzati che citano con sommo ribrezzo perfino una frase di Ezra Pound: «Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui». E allora? La insegnerei anche a mia figlia.
Sono così scandalizzati, soprattutto, da non accorgersi di una bellissima novità, perché sui gabinetti della spiaggia fascista c’è scritto: «Per lui, per lei, per lesbiche e gay». Il nuovo fascismo balneare è come il ’68, solo più pulito e con il sense of humor che manca agli altri, fascisti o no che siano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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