Nell'attesa della rentrée , il presidente di Forza Italia interviene telefonicamente a una riunione dei club del capoluogo siciliano. E non nasconde certo la volontà di tornare in campo da protagonista. «Sono in pista, l'Italia ha bisogno di me. Rifonderemo Forza Italia» è il messaggio che fa risuonare.
Nel mirino c'è la grande platea di scontenti e delusi che hanno dirottato su altri partiti il proprio voto oppure hanno disertato le urne, scegliendo l'astensione. Per riconquistarli è importante però rifondare il partito, tornare a crescere e vincere le elezioni. Come? Innanzitutto parlando agli anziani che non vanno a votare: «Sono 10 milioni di quei 25 milioni che hanno deciso di non andare a votare, e per loro c'è un'assoluta convenienza per decidere di votare per noi. Abbiamo nel nostro programma di portare a mille euro al mese, per 13 mensilità annue, le pensioni minime. Nessuna tassa sulla casa, e cioè il contrario di quello che ha in mente la sinistra». È necessario tornare «a essere una forza viva tra la gente presente in tutti Comuni per dare vita a una rifondazione di Forza Italia che dovrà aderire alle campagne che metteremo in campo per le prossime elezioni». «Sto lavorando perché è doveroso tornare a interessarci del nostro Paese, di una democrazia che non c'è e per il nostro futuro» dice l'ex premier «è importante ricominciare da coloro che si sono astenuti».
Del resto, dice il Cavaliere, «la maggioranza non c'è. Hanno vinto per uno 0,2%. Dopo vent'anni bisogna creare delle sentinelle del voto per far sì che questo scempio non si ripeta».
Sul piano fiscale, il leader di Forza Italia torna ad avanzare la sua proposta di un radicale abbassamento della pressione fiscale: «Ridurre le imposte, meno tasse, meno tasse, meno tasse su famiglie, lavoro e imprese. Serve una rivoluzione fiscale. Serve una flat tax con aliquota al 20% per avere un risultato positivo e accettabile. Questa tassa può produrre meno tasse per le famiglie. E poi niente imposte sulle compravendite per sei mesi». È importante poi fare in modo che l'euro torni in parità con in dollaro: «Ho raccolto il parere di premi Nobel per l'economia. Uscire dall'euro può essere una cosa di cui non si riescono a valutare gli effetti e dannosa per noi», ha spiegato Berlusconi. «Abbiamo lavorato a un recupero di parte della nostra sovranità monetaria che abbiamo ceduto in toto all'Unione europea - attraverso l'immissione di una seconda moneta. Una moneta nostra e una nazionale che si cambia con l'euro, e intanto riprenderemo a stampare moneta».
L'ultimo passaggio è per lo «scandalo Capitale». «I partiti facciano uno sforzo comune, si dimettano tutti e si indicano nuove elezioni con gente nuova su cui non ci siano dubbi: è questa la nostra posizione e non la cambieremo assolutamente». Berlusconi parla dello «scempio di Roma»: «Non possiamo come italiani accettare che la città più famosa e antica, fondata nel 753 a. C., possa essere mandata avanti e gestita ancora da chi è compromesso o è stato lì senza aprire gli occhi e capire cosa stesse succedendo».
In platea a Palermo è presente anche Gianfranco Micciché. «È in grandissima forma, l'ho sentito in questi giorni - dice l'ex parlamentare - e questo mi ha spinto a ritornare. Quando Berlusconi tornerà nelle piazze e tra la gente tornerà di nuovo l'entusiasmo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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