Nella truffa dei grillini beccati a non restituire gli stipendi spuntano tre primi attori. Quando lo scandalo diventa farsa, entrano in scena il senatore Maurizio Buccarella e i deputati Giulia Sarti e Ivan Della Valle. Ognuno di loro ha una storia da raccontare, una scusa da inventare, un posto lontano in cui scappare. Buccarella ha scoperto che fare il parlamentare è una faticaccia. La Sarti ha litigato con l'ex fidanzato. E Della Valle non si trova: è fuggito a Casablanca o è rimasto a Roma?
La «portavoce» Sarti, sorpresa con 23mila euro in saccoccia, giovedì ha denunciato Bogdan Andrea Tibusche, ex fidanzato e collaboratore, con l'accusa di aver falsificato la contabilità dei rimborsi. La parlamentare romagnola, tirata in ballo dalle Iene, non è stata indicata da Di Maio tra gli 8 «morosi». Il leader dei Cinque Stelle le aveva lanciato un ultimatum in privato, utilizzando più o meno questi toni: «Se denunci qualcuno, noi ti salviamo». E così è arrivata l'accusa nei confronti dell'ex fidanzato. Che ieri ha replicato lanciando minacce e ricatti: «La verità è tutta un'altra e la dirò in procura, posso tirare fuori conversazioni, messaggi, email. Io ho un brutto vizio: registrare tutto e pure le telefonate». L'ex fidanzato, insomma, avrebbe prudentemente archiviato ogni cosa. D'altra parte nel 2013 fu presentato alla deputata come una specie di mago dei computer, «un vero e proprio hacker informatico». Bogdan, rumeno di 37 anni, è un personaggio singolare. Sul web negli ultimi tempi si faceva chiamare Andrea De Girolamo e spacciava bufale pro-M5s attraverso «Social Tv Network». Un sedicente «canale tv online indipendente». David Puente, debunker (cacciatore di bufale) ed ex dipendente della Casaleggio Associati, ieri sul suo blog ha ricordato alcune delle panzane di Bogdan Tibusche, in arte Andrea De Girolamo. Si va da presunti account fake del Pd che rispondevano a Gentiloni su twitter, fino alle accuse a Enrico Mentana, reo di aver criticato le teorie complottiste sull'11 settembre. Tibusche dalla sua pagina facebook chiedeva donazioni per finanziare la «controinformazione». E ha sviluppato una sorta di «fissazione» per le presunte censure operate da quella che chiama «la casta dei giornali e delle tv».
A parte la Sarti, nell'antologia della rimborsopoli grillina resterà il senatore leccese Maurizio Buccarella. Lo stesso Luigi Di Maio lo ha accusato di aver trattenuto 137mila euro. Lui a chiedere scusa non ci pensa proprio: «I soli 3mila euro mensili non mi avrebbero permesso di tornare alla mia vita». Perché, scopre Buccarella, fare il parlamentare è impegnativo: «Non mi aspettavo un impegno sette giorni su sette». L'avvocato ha spiegato che «dopo cinque anni senza paracadute» rischiava di chiudere il suo studio legale. «Lo dico senza ipocrisia», ha precisato il senatore nella lettera inviata al Quotidiano di Puglia.
Il caso del deputato di Torino Ivan Della Valle, invece, assume i contorni del giallo. Prima pareva fosse scappato a Casablanca su consiglio del padre. Ieri si è fatto intervistare da Repubblica smentendo la fuga: «Non sono in Marocco, non ho fatto niente».
Centrale nella spy story il ruolo del papà del deputato, Mauro, che resta barricato nella sua casa a Rivoli, periferia torinese, «in costante contatto telefonico con il figlio». Della Valle dice di essere a Roma e ha raccontato a Repubblica di «voler tornare a fare l'agente di commercio, con un occhio al Movimento per le imprese di Borrelli».
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