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"Rimborsopoli" si allarga e manda in tilt i grillini

Il buco di 226mila euro non si può scaricare su due sole persone. E parte la caccia ai furbetti

"Rimborsopoli" si allarga e manda in tilt i grillini

Roma - I Cinque Stelle inciampano sui rimborsi. E per un movimento che si vanta di devolvere parte degli stipendi dei parlamentari al fondo per il microcredito alle imprese, è davvero una beffa. Tra la somme che i grillini dichiarano di aver restituito e il denaro ricevuto dal ministero dello Sviluppo economico, che gestisce il fondo, c'è una differenza di 22 mila euro. I grillini, sul portale «Tirendiconto», dichiarano versamenti per 23.418.354,52 euro. Secondo la tabella del Mise, la cifra è un po' più bassa, 23.192.331,08 euro. Il Movimento prova a difendersi, scaricando la responsabilità su Andrea Cecconi e Carlo Martelli, i due parlamentari accusati di incongruità nelle restituzioni, e puntando il dito su presunti ritardi nella contabilizzazione da parte del Mise. Ma la frittata è fatta, e a meno di un mese dal voto i vertici fiutano il pericolo.

Una minaccia che si annida dentro e fuori i confini. A Bruxelles, infatti, tiene banco la vicenda del capo della comunicazione dei pentastellati all'Europarlamento, Cristina Belotti, accusata di aver utilizzato i rimborsi europei per seguire la campagna elettorale in Italia. Il nuovo capo politico sa che è in gioco la sua credibilità. E i toni duri utilizzati negli ultimi giorni nei confronti di Cecconi e Martelli, che rischiano l'espulsione, non sono casuali. «Sarà verificato fino all'ultimo centesimo sul caso rimborsi», ha assicurato ieri a Potenza il candidato premier. Sostegno alla linea intransigente arriva anche da Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai: «Nonostante io abbia stima dei miei due colleghi Cecconi e Martelli, chi ha sbagliato deve pagare». Sarà il collegio dei probiviri ad avere l'ultima parola sulla sorte di entrambi. Sono tutti e due capilista al proporzionale, e praticamente certi di tornare in parlamento. Se davvero rinunceranno all'elezione, ipotesi non prevista dalla legge, dovranno passare per un voto dell'aula di appartenenza.

Se una parte dei 226mila euro mancanti «derivano dalle mancate restituzioni di due portavoce del Movimento, Martelli e Cecconi», il resto dell'ammanco, spiega un post sul «Blog delle Stelle», «molto probabilmente invece è dovuto a una questione di contabilizzazione: i versamenti effettuati negli ultimi 15-20 giorni che risultano nel nostro sito potrebbero ancora non essere stati contabilizzati nel conto del Ministero, e da ciò risulta la discrepanza».

Nel lungo testo di autodifesa, si cerca da un lato di vedere il bicchiere mezzo pieno («abbiamo restituito oltre 23 milioni di euro»), ma dall'altro non si esclude l'esistenza di altri «furbetti», ai quali viene lanciato un avvertimento: «Nel caso ci fosse qualcun altro non ancora in regola ci comporteremo di conseguenza». In attesa del servizio delle Iene sul caso rimborsi, che potrebbe non andare in onda questa sera per motivi di par condicio, i nervi sono a fior di pelle.

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