Parigi Nuovi giocatori nel rispetto della parità di genere: 17 uomini e 17 donne nel governo Philippe III. Emmanuel Macron conferma il premier, ma aveva bisogno di un uomo di fiducia all'Interno. Sceglie un ex giocatore di poker: è Cristophe Castaner, testa di serie del maxi-rimpasto con 8 new entry e 4 uscite. L'ex portavoce del governo ben conosce i tavoli da gioco. Da giovane era seduto in alcune delle peggiori bische di Marsiglia, ha raccontato spesso. Ora sarà al tavolo del Consiglio dei ministri ed è il momento di trasformare quelle esperienze in positivo: «Si volta pagina».
Macron punta le sue fiches. Non rilancia a destra come lasciavano presagire gli incontri privati con Nicolas Sarkozy, l'ultimo il 1° ottobre. Investe sull'ex socialista Castaner nella casella chiave segnando il ritorno della sinistra a Place Beauveau, incarnata però da un 52enne atipico, senza studi in scuole prestigiose, ex sindaco e fino a ieri segretario di En Marche. Leale e un po' evanescente, fedelissimo tra i fedelissimi, Castaner promette «impegno totale, h24» nel ruolo che ha mandato in bambola l'esecutivo con l'uscita di Gérard Collomb, infuriato per la maldestra gestione dell'Eliseo dell'affaire Benalla.
François Hollande punzecchia: ci avete messo troppo. Il presidente si è preso quasi 20 giorni per ridisegnare la sua squadra, in cui si rinnova la vocazione europeista e gay friendly. Con l'innesto di Franck Riester, leader della formazione Agir, la destra moderata accreditata del 2,5%, la cultura va a un ex gollista. Uomo di Alain Juppé, il 44enne Riester porta vantaggi: il primo legato alla presa di distanze da Les Républicains (il partito gollista con cui En Marche dovrà battersi alle elezioni europee); il secondo, per il messaggio lanciato alla comunità omosessuale, pressoché dimenticata da questo governo e oggi fiera di avere un politico capace come Riester. Dichiarò di essere gay in Assemblea Nazionale. Fu uno dei pochi della destra a sostenere la legge sui matrimoni omosex. Già membro della commissione cultura e relatore delle leggi sul copyright Hadopi 1 e 2, è duttile e affidabile anche sul tema proprietà intellettuale.
Non una maschera del macronismo, ma espressione di un governo omeopatico, è l'ex senatore socialista Didier Guillaume nominato all'Agricoltura. Dovrà curare l'immagine di un presidente lontano dall'elettorato di sinistra. Un'apertura alla corrente dell'ex premier Manuel Valls (applaudito in Parlamento nei giorni scorsi, ha lasciato la politica francese per Barcellona). Entra anche un altro ex socialista, il 29enne Gabriel Attal, deputato di En Marche e nuovo sottosegretario al ministero dell'Educazione con delega ai Giovani e all'attuazione del Servizio nazionale universale (SNU), la leva obbligatoria.
La ricetta Macron è una danza perpetua tra vecchio e nuovo: allargare un centro che sta perdendo i riferimenti intermedi può essere un azzardo. Il tandem Philippe-Macron, premier-presidente, ha già rischiato di incrinarsi sulla nomina di Castaner, che non a caso sarà affiancato da Laurent Nuñez, sottosegretario con delega al coordinamento di polizia, gendarmeria e informazione, già capo della Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi). Un alto funzionario di garanzia per una maggioranza dove permangono visioni differenti. Escono arricchiti i centristi Modem con la promozione del 47enne Marc Fesneau a ministro dei Rapporti col Parlamento e Jacqueline Gourault, già vice-presidente del Senato dal 2014 al 2017, nuova titolare del ministero della Coesione dei territori.
Un asso per sussurrare al Senato che Macron non è poi così male. Scrupolosamente rispettati gli equilibri. Una ex lobbista all'Ecologia: Emmanuelle Wargon, voce di Danone nel mondo, sottosegretario. Briciole per la società civile di En Marche.
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