Riparte dall'aliquota unica l'intesa tra Lega e Forza Italia

Berlusconi lavora a un "Cantiere della libertà" e a una piattaforma fiscale con il Carroccio in vista del voto: "Coi moderati uniti non ce n'è più per nessuno"

Riparte dall'aliquota unica l'intesa tra Lega e Forza Italia

Roma - Un piano anti tasse per ripartire. Berlusconi benedice la flat tax e, attorno alla proposta dell'economista americano Alvin Rabushka, apre il cantiere per un nuovo centrodestra. Che il Cavaliere stia lavorando a una piattaforma programmatica assieme al Carroccio non è un mistero: gli incontri con i vertici della Lega si fanno più assidui e si riempiono di contenuti. Quello più forte riguarda la tassa piatta, o flat tax, applicata in molti Paesi dell'Est Europa. Tutti Stati che, guarda caso, hanno messo il turbo alla propria economia. Un ruolo fondamentale è giocato dall'ex ministro Antonio Martino, in perfetta sintonia con Rabushka, forse il massimo sostenitore dell'aliquota fissa. Un'idea, questa, rilanciata ieri da Salvini a Milano con piena soddisfazione del Cavaliere. Il quale, attraverso una nota, tiene a sottolineare come questa bandiera sia sempre stata sventolata con forza da Forza Italia. Peccato che - e qui l'ex premier si toglie qualche sassolino dalle scarpe - ci sono sempre stati veti che hanno impedito la piena attuazione della misura: «Nelle scorse settimane, ragionando sulle riduzioni del prelievo fiscale indispensabili per rimediare all'attuale andamento dell'economia, abbiamo riproposto il progetto di una flat tax, che avevamo già proposto nel 1994 ma che non è stato possibile realizzare nei nostri anni di governo per la contrarietà degli alleati, dell'opposizione e dei presidenti della Repubblica a cui l'avevamo rappresentata». Insomma, troppi poteri hanno impedito che si giocasse la carte vincente; e uno di questi poteri è il Quirinale, uno dei gangli fondamentali del Paese. Pensiero condiviso anche dal vecchio leader del Carroccio: «Bisogna aprire al processo di riforme, l'importante è però che vada via Napolitano dalla presidenza della Repubblica perché se no non si fanno le riforme», ha detto ieri Bossi.

Poi la nota berlusconiana prosegue confermando la piena sintonia di vedute, specie in materia di economia: «Nel recente incontro con i vertici della Lega, oltre ad aver preso atto con soddisfazione del loro interesse per la flat tax, abbiamo anche deciso di dare il via ad un “Cantiere della libertà”, una squadra di lavoro per la definizione di un programma comune a tutto il centrodestra in vista di possibili prossimi appuntamenti elettorali».

Il che vuol dire siglare accordi sia per le prossime elezioni regionali sia per un apparentamento a livello nazionale. Certo, la strada per perfezionare il patto è ancora in salita perché permangono i veti contrapposti tra Alfano e Salvini ma il fidanzamento potrebbe portare a un vero e proprio matrimonio visto che anche Salvini è persuaso che «solo uniti si vince». Cosa che il Cavaliere, nei faccia a faccia, ripete sempre al leader della Lega.

Intanto Berlusconi, che ieri sera è voluto intervenire per fare gli auguri di Natale ai partecipanti di un cocktail dei club di Forza Italia alla Bergamina, nei pressi di Arcore, giura: «Se i moderati riusciranno a unirsi non ce ne sarà più per nessuno». Conferma quindi che «serve una rivoluzione fiscale» e alza il tiro sul governo che non sta facendo nulla per far ripartire l'economia.

Proprio l'economia è il punto debole di Renzi e i senatori azzurri vanno all'affondo: «La legge di stabilità del governo è l'ennesima finanziaria, tutta tasse e freni allo sviluppo, a cui ci hanno abituato i governi non eletti dai cittadini», dicono infatti Romani, Bernini, Bonfrisco, Ceroni, D'Alì e Mandelli. Tutti membri della commissione Bilancio di palazzo Madama.

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