Il rischio, ma soprattutto la paura, è quella di un effetto domino che coinvolga più o meno pesantemente anche l'Italia. Perché l' affaire Volkswagen non interessa soltanto il colosso tedesco. L'Europa dei motori trema, molti scheletri finora nascosti bussano alle porte degli armadi e il nostro Paese non fa eccezione. Oltre al tema ambientale, la preoccupazione in chiave economica riguarda soprattutto l'indotto della casa di Wolfsburg che interessa le aziende italiane, soprattutto quelle della componentistica.
L'allarme, anche se velato, arriva anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. «Timori per una ripercussione sull'industria italiana della vicenda Volkswagen? Qualcuno sì - ammette - anche se qualche imprenditore dei miei mi ha rassicurato». Secondo Squinzi, infatti, «le subforniture dall'Italia sono tantissime verso la Germania e in particolare verso il gruppo Volkswagen. Ho paura che ci sia qualche conseguenza. Vediamo, perché secondo me poi alla fine ci andranno dentro tutti», facendo intendere quindi che a breve guai più diffusi potrebbero interessare tutto il settore auto.
Preoccupato, anche se attendista, anche l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni. «È ancora presto per parlare di conseguenze, anche se credo non saranno evidenti», ha detto. «In tutto il mondo l'automotive è in tensione, è stato uno dei motori della ripresa. Le eventuali ricadute sulla crisi non saranno comunque da sottovalutare ma tutto sarà meglio comprensibile tra qualche settimana».
Ghizzoni, che proprio ieri ha incontrato a Firenze il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ha sottolineato come «il gruppo Volkswagen è sempre stato un gruppo solido e con forte liquidità. Vediamo se saprà far fronte ad eventuali sanzioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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