Tutti a bocca aperta per la straordinaria macchina che i cinesi hanno fatto allunare con una tecnologia da film spaziale sulla faccia nascosta del nostro satellite. Ma c'è molto di più dietro questo straordinario successo di Pechino, di quanto si possa comprendere a prima vista. Qualcosa che coinvolge persino il crollo della Apple in Borsa e le accuse americane ai cinesi di spiare ogni singolo abitante della Terra con i loro cellulari. Il «rover» che scatta foto fra i crateri prospetta un minaccioso futuro. Il fatto che questa formidabile macchina sia allunata sulla faccia nascosta del satellite terrestre inviando foto meravigliose perfette, significa che la Cina disponeva già di un sistema di satelliti che inviano e ricevono impulsi che si traducono in azioni. L'America riconosce di essere destinata a perdere il primato della tecnologia mentre gli scienziati cinesi varano un propulsore di energia capace di spedire astronavi ai confini del sistema solare in tempi fulminei e «contraria a tutte le leggi della fisica».
Tutto ciò è fantastico ma apre prospettive catastrofiche che si possono riassumere in una sola parola: guerra. Un nuovo genere di possibile, secondo molti imminente guerra nello spazio, come da letteratura fantascientifica. Lo sosteneva ieri un importante analista militare americano, il generale Robert Ashley capo dello spionaggio del Dipartimento della Difesa americana. Ha detto che i cinesi in maniera aperta e i russi in maniera più prudente, stanno riempiendo lo spazio di aggeggi che «fanno cose strane» e che porteranno probabilmente a una o più guerre spaziali.
Tutti coloro che hanno l'età ricordano lo shock del mondo occidentale quando i russi misero in orbita il satellite Sputnik, che sembrava annunciare una vittoria irreversibile del mondo comunista nella corsa alla tecnologia, agli armamenti e al dominio del mondo. Era il 4 ottobre del 1957 e sembrava che la Terra stesse per cadere nelle mani comuniste russe per merito del sistema educativo e di ricerca. Le cose andarono ancora peggio quando i sovietici misero in orbita prima un cane, Laika, quindi un primo un uomo, Yuri Gagarin, l'astronauta German Titov fino alla riscossa a stelle e strisce americana con il formidabile programma Apollo che portò il primo uomo a passeggiare sulla Luna, Neil Armstrong, dopo aver fatto girare in orbita il primo americano col programma Mercury. Infine, nel 1969 la bandiera degli Stati Uniti fu piantata sulla Luna.
Poi, la frenata: i russi non avevano più soldi né tecnologia e gli americani frenavano i programmi della Nasa. Bisogna arrivare al 1989 quando un programma accademico di «guerre stellari» fu sbattuto dal presidente Reagan in faccia all'ultimo segretario comunista sovietico Michail Gorbaciov che, fatti i conti con la cassa e con il calendario, si arrese ponendo fine alla guerra fredda. La Cina era allora una immensa e quasi innocua nazione sullo sfondo della politica mondiale, prima di trasformarsi in un gigante della produzione scientifica e tecnologica. La Cina ha messo in crisi Apple con il suo smartphone Huawei (cui Donald Trump ha dichiarato guerra) e ha piantato molti paletti sotto forma di isole artificiali tecnologiche sfidando l'ira americana. Questa macchina fatta scendere sulla faccia invisibile della Luna è di fatto una dichiarazione di potenza e una sfida militare.
Trump per precauzione ha dichiarato la volontà di conquistare Marte dopo una rapida colonizzazione della Luna. Tutti gli analisti ieri prevedevano sviluppi che oscillavano fra l'ammirazione e l'apocalisse prossima ventura. Buon anno.
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